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15enni e già patologici

15enni e già patologici

La malattia del gioco d’azzardo – tecnicamente Gap, gioco d’azzardo patologico – si insinua pericolosamente nelle giovani generazioni. Giovanissime, verrebbe da dire. Sulla base infatti dei risultati dell’indagine effettuata dall’associazione “Vinciamo il Gioco” l’età media dei nuovi giocatori (il 33% del campione) è compresa tra i 14 e i 15 anni. E se da un lato questi giovani sono soliti giocare insieme ai coetanei, nondimeno un significativo numero si avvia nel tunnel patologico con l’avallo inconsapevole dei familiari, con i quali spesso acquista i “grattini” e fa le prime scommesse.

L’indagine

La ricerca, realizzata nel 2018, ha coinvolto 2.780 studenti di 24 istituti secondari di primo e secondo grado di 9 province della Lombardia. Il primo dato che balza all’occhio è quello relativo ai giovani, che già mostrano segni di dipendenza dal gioco. La percentuale ammonta complessivamente al 16%: il 9% possiede le caratteristiche tipiche di un giocatore a rischio di patologia mentre addirittura il 7% presenta già chiari segni di dipendenza. Dall’indagine emerge che un fattore di rischio è strettamente collegato alla quantità di denaro che il giovane ha la possibilità di spendere.

Infatti, i soggetti “problematici” o “patologici” hanno per solito una maggiore disponibilità economica, che possono spendere liberamente e senza un attento controllo da parte dei familiari. Non a caso nei soggetti “normali” il 50,11% del campione riconosce un livello medio di controllo genitoriale, il 45,95% un livello alto, mentre solo il 3,94% di questi sostiene che i propri genitori esercitano un controllo di tipo basso. La tendenza di queste percentuali si inverte significativamente quando si fa riferimento ai soggetti “problematici” o “patologici”. In questi casi il controllo è prevalentemente “basso” oppure “medio” per nulla “alto” come nel caso dei soggetti non a rischio.

Infine un altro dato preoccupante balza all’occhio, ossia quello relativo al rapporto tra il gioco d’azzardo e l’alcol; il consumo di quest’ultimo aumenta sensibilmente nei giovani “patologici”: il 9,72% di questi ha dichiarato di bere alcolici più di una volta alla settimana, mentre il 4,57% addirittura tutti i giorni.

I giochi d’azzardo preferiti

I Gratta e vinci, da molti ritenuti innocui, sono quelli preferiti dai giovani giocatori. A questi seguono le scommesse sportive, rispetto alle quali il giocatore ritiene – erroneamente – di disporre di una percentuale di alea inferiore perché basate su presunte sue competenze.

Un’ultima osservazione emerge da questa indagine, ossia le modalità attraverso le quali i giovani praticano il gioco d’azzardo. Per questo usano prevalentemente il personal computer o lo smartphone, rimanendo quindi tra le mura domestiche e non frequentando necessariamente le sale slot, nei confronti delle quali si sono concentrate le restrizioni del legislatore (leggi distanza da luoghi sensibili come istituti scolastici e di ritrovo), rivelatesi inutili al contrastare il sorgere del fenomeno tra i giovani poiché quasi per nulla da loro frequentate.

Volantino indagine “Vinciamo il gioco”

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