Una mistificazione adottata dall’industria del gioco?
Sulla querelle che si ripresenta ogni anno alla pubblicazione dei “consuntivi sul giocato”, ci piace esprimere il pensiero di “Vinciamo il gioco, chiedendo di perdonarci i numerosi “virgolettati” indispensabili, secondo noi, alla chiarezza.
Le due correnti di pensiero sono espressione per un verso (Fiasco) di chi guarda al “giocato” come fenomeno sociale e per un altro (industria del gioco) di chi sembrerebbe avere interesse a ricondurne la lettura alla “spesa netta” per ridurre, nell’immaginario collettivo, la dimensione e sminuendone così le immaginabili conseguenze.
Anche questa volta si … gioca, se non altro sui termini!
Approfondendo:
- L’industria del gioco, basandosi su un mero calcolo di entrate e uscite, sostiene che a “tot” entrate (il giocato complessivo) si devono sottrarre “tot” uscite (i premi) così da poter misurare quanto è effettivamente “uscito dalle tasche” degli italiani.
- Il professor Fiasco (che non ha certo bisogno di avvocati difensori) e, come anche altri, “Vinciamo il gioco”, non si preoccupa dei bilanci delle società, ma del fatto che l’impatto sociale e le sue conseguenze sono date dal “giocato complessivo”
Come scritto poco più sopra il metodo di calcolo adottato dall’ industria del gioco sembrerebbe puramente strumentale, motivato dal bisogno di ridurre la percezione della pericolosità sociale della sua azione.
“Vinciamo il gioco” sa bene che il “danno viene dalla pratica” e quindi non si occupa di bilanci e di € bensì si preoccupa di “tempo dedicato al gioco” e, conseguentemente, non può che sostenere la posizione del professor Fiasco.
Smontare quella che sembrerebbe essere la manipolazione comunicativa adottata dall’industria del gioco non è nemmeno esercizio difficile.
Proviamo, infatti, a trasformare gli € in tempo, ossia nell’elemento di maggiore pericolosità, e domandiamoci quale deve essere il parametro (quantità di giocato complessivo vs. spesa netta) per misurare quanto gli italiani sono stati esposti al rischio.
Forse non è il caso di continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto!
Roberto Pozzoli