Vinciamo il gioco
Risposte nei forum create
-
AutorePost
-
29 Luglio 2024 alle 22:18 in risposta a: La Nazionale di calcio ha un nuovo sponsor … Intralot! #2423Vinciamo il giocoAmministratore del forum
“la mamma degli imbecilli è sempre incinta” è un consumato detto popolare che esprime disappunto verso chi compie azioni discutibili (eufemismo)
Non lego questo mio pensiero alla notizia che la nazionale di calcio italiana ha il nuovo sponsor Intralot, però mi viene da scrivere che mai come in questo caso si dimostra come “pecunia non olet”.
Oddio a “Vinciamo il gioco”, a me, a noi, a tutte le persone perbene cui il gioco d’azzardo ha tolto affetti, futuro, serenità, salute, a quelle perbene e basta, a chi voterà “si” e a chi voterà “no” al referendum, “olet” eccome.
Come faremo a tifare per una nazionale che si porta sulle maglie i drammi di tante famiglie, che insegna ai giovani che un pallone ruzzola in porta perché vi è spinto anche dal denaro di un gioco che col gioco non ha nulla a che vedere?
Che schifo!
Autore: Roberto Pozzoli
Vinciamo il giocoAmministratore del forumC’è fibrillazione sulla regolamentazione del gioco d’azzardo; in particolare ha “mosso le acque”, e non poco, la recente dichiarazione del premier Renzi circa l’abolizione delle slot nei locali pubblici.
Su questo tema diverse interviste ci sono state richieste per esprimere la posizione di “Vinciamo il gioco”; tra esse riproponiamo questa che presenta anche la nostra proposta di un “card del giocatore”.
Giornalista: Giuseppe Picciano
Recentemente vi siete fatti promotori di un’interessante proposta: ogni giocatore dovrebbe dotarsi di una tessera. In che cosa consiste precisamente?
L’obiettivo è quello di limitare nel tempo frequenza ed entità delle giocate attraverso l’uso di una tessera personale richiesta da colui che intimamente sente il bisogno di mettere un freno al proprio vizio. Si tratta di un individuo che nei momenti di lucidità è in grado di determinare la soglia economica delle proprie giocate, che andranno scansionate in un tempo sempre più lungo.
A quale tipo di tessera pensate?
Non quella sanitaria perché contiene informazioni delicate, una tessera che potrebbe essere rilasciata dalla Sogei, la società che gestisce per conto della Stato il Sistema informativo della fiscalità. Tutti i gestori delle sale scommesse e i tabaccai all’atto della giocate avrebbero l’obbligo di richiedere la tessera che con la quale registrare in tempo reale numero di giocate e importo speso, esaurendo così il bonus giornaliero o periodico del titolare. Gli esercenti dovrebbero essere soggetti a multe particolarmente salate se permettessero giocate non registrate. Con questo sistema sarebbe possibile innescare nell’individuo un processo di auto-esclusione in modo che egli stesso si sentisse sempre più lontano da quel mondo.
E con il gioco on line come la mettiamo?
Con una piattaforma italiana si potrebbe accedere con un codice di accesso presente sulla tessera, con i siti stranieri sarebbe più complicato. Tuttavia è fondamentale cominciare in qualche modo per limitare il fenomeno.
Avete messo su carta la vostra proposta?
La stiamo elaborando, ma il problema è farci ascoltare. Da settimane siamo in attesa di incontrare l’assessore competente della Regione Lombardia, così come imbastire un proficuo discorso con l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo, a cui aderiscono decine di soggetti tra istituzionali e privati. La battaglia è lunga, ma non ci perdiamo d’animo.
Fonte: La Discussione
29 Luglio 2024 alle 22:18 in risposta a: Dalla Spagna un interessante progetto di prevenzione del Gioco d’Azzardo Patologico #2421Vinciamo il giocoAmministratore del forum( a cura del dottor Stefano Oliva – psichiatra )
La quinta edizione del DSM (DSM-5, 2013, Manuale Statistico e Diagnostico delle Patologie Mentali) edito dall’APA (Associazione Psichiatrica Americana), a torto o a ragione considerata internazionalmente come una vera e propria bibbia diagnostica, ha (finalmente) incluso il Gambling fra i comportamenti di Addiction (Dipendenze), essendo ormai numerose le prove scientifiche che dimostrano la capacità di alcuni comportamenti, come il giocare d’azzardo, nell’attivare il sistema delle ricompense encefalico con effetti similari a quelli determinati dalle sostanze voluttuarie, così come di produrre alcuni sintomi comportamentali che paiono comparabili a quelli prodotti dai Disturbi da Dipendenza da Sostanze.
Il gioco d’azzardo ha avuto in molti Paesi del mondo e anche in Italia, una rapidissima espansione dell’offerta sia qualitativa che quantitativa, divenendo un fenomeno sociale di massa, ad esempio negli ultimi anni gli italiani hanno speso più di 80 mld di euro l’anno nell’azzardo legale, più della metà dei quali nelle VLT (Slot Machine, Videopoker..).
Nonostante l’ampiezza del fenomeno e le evidenti implicazioni sui rischi che la società corre quando si sviluppano comportamenti di gioco patologici, i programmi di prevenzione sono ancora insufficienti e inadeguati. Esiste invece una ricca e obiettiva letteratura scientifica che analizza le variabili che hanno una maggiore rilevanza nella genesi dei problemi gioco-correlati (Williams, West e Simpson, 2012).
Un recente lavoro spagnolo pubblicato sulla rivista Adicciones vol 28, nr3, 2016 e disponibile gratuitamente anche online (http://www.redalyc.org/pdf/2891/289145913007.pdf).
riassume efficacemente i principi basilari che sottendono la necessità di una regolamentazione del gioco d’azzardo e offre una dettagliata proposta di politica preventiva.
Gli autori (M. Choliz e J. Saiz-Ruiz, dell’Università di Valencia e Alcalà) affermano innanzitutto che la necessità di programmi per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico si fonda sui seguenti motivi:
- Giocare d’azzardo è un’attività che può avere devastanti rischi sulla salute individuale e pubblica
- Giocare d’azzardo può avere serie conseguenze sia per il giocatore stesso che per la sua famiglia; in una importante percentuale di casi egli commette azioni illegali al fine di ottenere denaro per continuare a giocare (Granero et al, 2014)
- Così come in qualsiasi altro problema di salute e soprattutto nei disturbi di Dipendenza, la più efficace modalità di gestione del problema è quella di migliorare e incrementare i programmi di prevenzione (Dickson-Gillespie, Rugle, Rosenthal and Fong, 2008), ricordando che:
- Programmi preventivi possono essere generati da diverse istituzioni, anche se le politiche di gestione del gioco d’azzardo (iniziative governative volte a regolare il gioco) si sono rivelate le più efficaci nel contenere il fenomeno del gioco eccessivo (Williams, West e Simpson, 2012)
- Una volta che il problema di gioco patologico si è sviluppato, la persona diventa incapace di controllare il comportamento di gioco, che è a questo punto dominato dall’impulsività (Blanco, 2009).
- La prevenzione della dipendenza da gioco è incompatibile con la promozione del gioco eccessivo (Williams, 2014) e ciò spesso genera dei conflitti di interesse nelle politiche di governo, essendo il gioco una importante attività economica.
Le proposte di regolamentazione del gioco formulate dagli autori sono connesse a tre ambiti fondamentali:
- La regolamentazione delle strategie pubblicitarie e promozionali
- La regolamentazione delle opportunità di gioco e in particolare della disponibilità e accessibilità delle attività di gioco
- La regolamentazione delle caratteristiche strutturali delle attività di gioco stesse, con l’obiettivo di ridurre le potenzialità di generare addiction (dipendenza).
Le azioni specifiche correlate al primo punto sono motivate dall’evidenza che è necessario introdurre specifiche regolamentazioni nella pubblicizzazione dell’azzardo al fine di prevenire la comparsa dei disturbi derivati dallo stesso (Binde, 2014). In particolare sarebbe necessario imporre limiti di pubblicizzazione, circoscrivendo la promozione del gioco agli spazi ad esso dedicati, come casinò, sale bingo, sale scommesse e gambling websites. In via subordinata la pubblicità del gioco dovrebbe essere limitata sui media negli orari notturni (22.00 – 6.00).
Pubblicità e promozione
I contenuti pubblicitari inoltre, così come per l’alcol, non dovrebbero essere rivolti ai minori, né avere per protagonisti minori; il gioco non dovrebbe essere associato a successi carrieristici, né dare l’impressione che possa migliorare l’umore o aiutare a risolvere conflitti, problemi, stress; non dovrebbe essere incoraggiato il gioco sfrenato né il non giocare dovrebbe essere messo in cattiva luce.
Una delle variabili che sono correlate allo sviluppo del gioco eccessivo è rappresentato dalle distorsioni cognitive che tendono a far percepire le possibilità di vincita come superiori a quelle reali. Di conseguenza le tecniche promozionali non dovrebbero incoraggiare questi errori cognitivi. Alcuni elementi promozionali che dovrebbero essere banditi sono i welcome bonus, i big win prizes, le near miss.
Opportunità di gioco
Le opportunità di consumare gioco sono una delle più rilevanti variabili sia nello sviluppo dell’addiction che nel generare ricadute negli individui dipendenti (Marlatt e Gordon, 1989, 1985). Nel caso dell’azzardo le due principali variabili coinvolte sono la disponibilità di attività di gioco nell’ambiente circostante e l’accessibilità alle stesse per i giocatori.
Per quanto riguarda la disponibilità esiste una proporzionalità diretta fra presenza di occasioni di gioco e comparsa di casi di gioco patologico (Welte, Wieczorek, Barnes; Tidwell e Hoffman, 2004). Specifiche misure di regolamentazione rivolte al concetto di disponibilità potrebbero essere le seguenti:
- La presenza di attività di gioco d’azzardo dovrebbe essere limitata a luoghi specificatamente autorizzati e non in esercizi pubblici come bar o ristoranti.
- Le licenze specifiche per i locali di gioco dovrebbe essere limitata in funzione di criteri geografici e di popolazione e in ogni caso diminuita rispetto alle disponibilità attuali
Accessibilità
Relativamente alla accessibilità, cioè alla facilità con la quale si possono raggiungere le occasioni di gioco, questa è considerata una delle principali variabili che incidono sullo sviluppo di gioco problematico (Thomas, Sullivan, and Allen, 2008). Alcune delle misure che potrebbero essere proposte sono:
- Un Registro Generale di Interdizione al gioco (sia off- che on-line), che non consenta di accedere alle occasioni di gioco a coloro i quali risultino iscritti
- Necessità di provare la propria identità per accedere alle occasioni di gioco ad esempio inserendo una ID card elettronica in tutte le VLT e similari e necessitando di un sistema di identificazione credibile per i giochi online, come ad esempio una password ottenuta da un sistema di sorveglianza governativa sulle problematiche gioco correlate.
Qualsiasi regolamentazione delle attività di gioco d’azzardo volte alla prevenzione delle problematiche gioco correlate dovrebbe pragmaticamente essere rivolta verso quelli che risultano essere i rischi più significativi, come quelle attività che hanno elevata rapidità di gioco e di rinforzo della ripetizione dello stesso (Parke e Griffith, 2007; Welte, Barnes, Wieczorek, Tidwell e Hoffman, 2007), così come di immediata risposta nell’esito della puntata (Choliz, 2010). I giochi elettronici e le EGM (Electronic Gaming Machines) rappresentano i giochi più rischiosi per lo sviluppo di una dipendenza (Brooks, Ellis, Lewis, 2008), e conseguentemente la loro regolamentazione è di particolare rilevanza.
lnoltre altri fattori condizionano il rischio dipendenza, come la forma di pagamento (cash o con carte di credito), la localizzazione dei punti di gioco, la possibilità di assumere altre sostanze (alcol, tabacco, ecc). Senza alcun dubbio, però, uno dei principali fattori che possono incoraggiare comportamenti problematici di gioco è l’utilizzo di internet come strumento per giocare d’azzardo (Petry, 2006), a causa della facile disponibilità, accessibilità, immediatezza e rapidità nelle giocate (Griffith, 2003). Coloro i quali usano prevalentemente questa modalità di gioco hanno una maggiore possibilità di avere problemi con l’azzardo (Wood e Williams, 2009) e ciò implica che la regolamentazione del gioco online sia una delle necessità più significative per proteggere gli individui più vulnerabili (in particolare i minori).
Vengono infine presentate alcune misure generali di prevenzione, come la limitazione delle perdite (pre-commitment). Tale limitazione ha mostrato la sua efficacia preventiva sia nella prevenzione dell’addiction che nella promozione del gioco responsabile (Bernhard, Lucas e Jang, 2006; Griffith, 2012). L’obiettivo è quello di impedire al giocatore di perdere più di quanto preventivato come cifra massima. Controlli sulle somme potrebbero avvenire attraverso smartcard e potrebbero essere intesi come somme fissate di massima perdita su qualsiasi forma di gioco (giornaliera, settimanale o mensile), stabilite dalla Regolamentazione Generale sui Giochi. inoltre una perdita massima potrebbe essere fissata per alcuni specifici giochi (esempio VLT), con cifre minori rispetto a quelle consentite dalla Regolamentazione Generale.
Una Intelligent Gambling Card (IGC) potrebbe essere lo strumento di accesso al gioco. Sarebbe una smartcard che raccoglierebbe le principali informazioni circa le attività di gioco, al fine di prevenire spese eccessive. Dovrebbe contenere i principali dati personali e gioco-correlati (frequenza di gioco, di spesa, perdite, ecc). Dovrebbe essere una carta emessa dalle autorità governative, personale e non cedibile. Dovrebbe poter registrare tutte le attività di gioco in modo da poter consentire una limitazione delle perdite così come più sopra presentata. Al fine di ottenere la Carta la persona dovrebbe registrarsi presso un ufficio pubblico addetto e provare la propria identità ed essa dovrebbe essere periodicamente rinnovata. Una volta raggiunto il limite prefissato di gioco, la carta dovrebbe impedire di giocare ulteriormente.
Altre misure specifiche potrebbero essere:
- Ritardo nella ricompensa nei giochi elettronici, gratta e vinci, giochi dei casinò. E’ utile ritardare il tempo fra l’effettuazione della puntata e il risultato della stessa o fra l’esito e la riscossione della vincita.
- Ridurre il ciclo temporale delle puntate al fine di diminuire l’assorbimento nel gioco, come ad esempio:
- Impedire le live betting. Le puntate dovrebbero essere chiuse prima che il gioco inizi..
- Consentire solo puntate uniche nel caso di giochi online, impedendo combinazioni o sistemi di scommesse
- Impedire di giocare a più tavoli di poker online, anche per scoraggiare modalità di gioco che avvantaggerebbero i giocatori professionisti a discapito dei più ingenui giocatori occasionali.
- Limitare i grandi montepremi.
Concludendo, le politiche sul gioco d’azzardo sono la base su cui si fondano il resto delle misure di prevenzione (Williams, West e Simpson, 2012). Alcune delle misure di regolamentazione, come la disponibilità e la accessibilità, hanno una documentata e stretta correlazione con l’emergenza di problematiche gioco correlate (Grun e McKeigue, 2000; Pearce et al, 2008; Werte et al, 2004), mentre altre misure sarebbero ragionevolmente efficaci nel contenimento del problema, sia in termini di prevenzione primaria che nei confronti di coloro che già hanno sviluppato il problema (prevenzione secondaria e terziaria). Successivamente alla messa in opera di tali misure si renderebbe necessario l’applicazione di un metodo di verifica dell’efficacia reale e una periodica ridiscussione e revisione delle metodiche preventive.
Autore: Stefano Oiliva
Vinciamo il giocoAmministratore del forumIl 2015 per “Vinciamo il gioco” inizia con la pubblicazione di un sito completamente rivisto nella grafica e, soprattutto, arricchito con funzionalità a supporto di:
- COMUNICAZIONE
Mettendo a disposizione di soci e visitatori notizie, approfondimenti, documentazione scientifica, ricerche, stralci di volumi di recente pubblicazione aprendosi in modo sistematico ai social media.
- FORMAZIONE
Predisponendo una piattaforma online per l’ erogazione dei corsi di formazione base, sulla peer education, sulla psicoeducazione di gruppo, sulla presa in carico terapeutica di gruppo, e di tutti quelli che verranno man mano ritenuti necessari.
Tutti i corsi consentiranno l’ acquisizione a distanza di crediti formativi.
- RICHIESTE D’ AIUTO
Attivando la ricerca diretta dello psicoterapeuta e aumentando significativamente le informazioni sul come gestire la patologia.
- VISIBILITA’ DEI SOCI
Mediante la pubblicazione del profilo personale, della foto, e di una propria presentazione registrata.
- ASSISTENZA AI SOCI
Attivando un sistema per la richiesta di “consigli” terapeutici o comportamentali ai docenti e ricevendone risposta con registrazioni video che andranno poi a costituire un archivio di consultazione.
Tanto altro in cantiere!
29 Luglio 2024 alle 22:18 in risposta a: Riordino dell’offerta di gioco d’azzardo – Finalmente nella giusta direzione! #2080Vinciamo il giocoAmministratore del forumIl Governo in tema di riordino dell’offerta del gioco d’azzardo ha presentato una proposta realista e di sicura efficacia alla riduzione dell’offerta e al contenimento dei potenziali danni; lo ha fatto con innegabile competenza specifica e considerando, di fatto nella sostanza dell’ impianto, per quel che valgono (ossia marginali e di limitata efficacia) le disposizioni sin qui emanate e sbandierate da Regioni (Lombardia in testa) e Comuni.
Gli Enti locali e quanti hanno cavalcato la “crociata delle distanze e del no-slot” anziché apprezzare il lavoro di sintesi e cogliere l’incisività delle disposizioni proposte, si stanno arroccando in difesa di regolamenti emanati in assenza di gran parte delle necessarie conoscenze del fenomeno.
In sintesi, il Governo propone di “ridurre l’offerta di gioco, sia dei volumi che dei punti vendita, attraverso:
- l’eliminazione entro il 31 dicembre 2017 dell’offerta di gioco dai cosiddetti esercizi generalisti secondari (alberghi, esercizi commerciali, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari, rifugi alpini, circoli privati, ecc.)
- la progressiva riduzione, fino alla totale eliminazione nell’ arco di 3 anni, delle Awp nei pubblici esercizi (bar) e nelle rivendite di tabacchi, fatta eccezione per quelli in grado di innalzare il proprio livello qualitativo ottenendo la certificazione di tipo A.
Allo scopo di rendere credibili questi obiettivi, si legge ancora nella proposta, “… si propone al Parlamento di anticipare, al 31 dicembre 2017, la prevista riduzione di almeno il 30 percento delle Awp, a partire dai generalisti secondari e dai bar e dai tabacchi, con criteri dimensionali relativi alla superficie dei locali, da definire con decreto del Ministro dell’Economia e delle finanze entro il 30 aprile 2017″.
In parallelo, la proposta prevede di innalzare il livello qualitativo dei punti gioco.
“A tal fine si introduce la certificazione del punto gioco di categoria A, che risponda alle seguenti caratteristiche e/o ad altri criteri che verranno condivisi in sede di Conferenza con gli Enti locali:
- l’accesso selettivo all’ingresso della sala
- la completa identificazione dell’avventore, mediante il controllo con documento d’identità e della carta nazionale dei servizi (che permetterà il funzionamento delle nuove Awpr) e videosorveglianza
- l’eliminazione di immagini eccessive che inducano al gioco
- standard di arredo interno e luci, più segnaletica esterna che attesta la certificazione pubblica (modello ‘T’ di tabacchi)
- rispetto di vincoli architettonici
- formazione specifica per gli addetti anche con approccio di contrasto al gioco d’azzardo patologico
- rispetto di limiti minimi sui volumi di spazio dedicati al gioco e sui numeri minimi e massimi di apparecchi adibiti al gioco
- trasparenza delle comunicazioni in materia di gioco; obbligo di segnalazione di soggetti patologici ai servizi sociali del comune e divieto di accesso per persone soggette alla dipendenza del gioco d’azzardo patologico ed inserite in programma di recupero
- la tracciabilità completa delle giocate e delle vincite
- un collegamento diretto della sala con presidi di polizia e/o con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli mediante apparati di videosorveglianza interna, simili a quelli in dotazione ai tradizionali casinò
- Le sale che ottengono la certificazione di tipo A non osserveranno i limiti delle distanze adottate dagli Enti locali sulla base di criteri che saranno definiti con gli Enti territoriali in preparazione del decreto applicativo.
Perché tanta approvazione ? Perché da tempo, come documentano interviste rilasciate in tra fine settembre a “La Discussione” e inizio ottobre in occasione di “Enada”, era stato auspicato proprio quanto contenuto nella proposta del Governo.
29 Luglio 2024 alle 22:18 in risposta a: Prima Giornata Nazionale delle Regioni e degli Enti Locali sul contrasto al gioco d’azzardo #1403Vinciamo il giocoAmministratore del forumIl 9 marzo 2016 si è tenuta a Milano, presso Palazzo Lombardia, la Prima Giornata Nazionale delle Regioni e degli Enti Locali sul contrasto al gioco d’azzardo, organizzata da Regione Lombardia in collaborazione col mensile Vita (magazine no profit) e il Tavolo regionale dei capoluoghi lombardi.
Governatori, sindaci e consiglieri si sono confrontati sulle politiche adottate, in questi ultimi anni, nelle proprie realtà locali a partire dalla legge regionale n.8 del 2013 per contrastare il dilagante e sempre più preoccupante fenomeno dell’azzardo.
Il confronto, che ha evidenziato una sostanziale uniformità sia nelle analisi delle problematiche sociali, nei dati socioeconomici e nelle procedure adottate a contrasto dell’azzardo, ha avuto anche lo scopo di portare alla condivisione di una piattaforma da presentare alla prossima Conferenza unificata Stato Regioni ed Enti locali (Manifesto delle Regioni per la lotta al gioco d’azzardo) per evidenziare le prassi normative adottate in sede locale in tema di regolamentazione del gioco d’azzardo.
La Conferenza Stato regioni, infatti, dovrà entro il 30 aprile esprimersi sulle politiche di contrasto all’azzardo, sulla riorganizzazione dei punti di gioco, sulle norme di tutela della salute, dell’ordine pubblico e della buona fede del giocatore, al fine di arrivare ad una normativa nazionale.
Queste le proposte contenute nel manifesto:
- Introduzione della definizione di “luoghi sensibili” e individuazione di una distanza minima dagli stessi per l’esercizio dei giochi pubblici
- Elenco di luoghi sensibili che comprenda almeno: istituti scolasti (tutti i gradi), luoghi di culto, centri giovanili e impianti sportivi o altri istituti frequentati prevalentemente da giovani o strutture residenziali /semiresidenziali sanitarie e/o socio-assistenziali e strutture per categorie protette
- Previsione di autorizzazione comunale per l’esercizio del gioco pubblico
- Previsione di fasce orarie in cui limitare l’esercizio del gioco pubblico in locali non dedicati e limiti all’apertura di locali dedicati
- Previsione di incentivi a iniziative associative e/o istituzionali che promuovano il valore del gioco sociale in contrapposizione del gioco d’azzardo, comprese forme di sostegno anche fiscale ai locali pubblici che rinunciano all’offerta di gioco d’azzardo.
Autore: Lucia Maggi
Vinciamo il giocoAmministratore del forum… Certo è uno spettacolo grottesco e del tutto privo di buon senso, quando ci capita di vedere parecchi individui così invasati dal vizio, appena odono il ticchettio dei dadi, subito si sentono balzare il cuore in petto e venire le palpitazioni.
L’illusione di vincere di continuo li adesca, ma quando, buttata a mare ogni sostanza, … qualsiasi persona essi froderebbero, piuttosto che chi li ha spennati.… Piacevole diletto davvero! Senonché questo spasso suole per lo più finire in liti rabbiose e allora non è più di mia spettanza, ma riguarda le Furie.
da “ Elogio della pazzia “ di Erasmo da Rotterdam – 1509
Chissà se Erasmo (che con “Furie” probabilmente anticipava “Dipendenze”) avrebbe considerato degno di citazione tra le follie anche il nostro tentativo di mettere un freno all’impulso, connaturato nell’essere umano, al giocar d’azzardo?
Per convincerlo o, viste le … difficoltà di contatto, per decidere in proprio di sentirci titolati alla citazione, non solo abbiamo pensato alla dissuasione, ma anche all’ aiuto terapeutico, e al muoverci in un far west dove regole e competenze sono gelatinose e sovente lasciate alla creatività di sedicenti esperti.
Poiché al pari del giocar d’azzardo anche la presunzione è costante compagna dell’essere umano, l’idea è poi quella di trarre da queste nostra follia e dalle “anomalie organizzative” che questa problematica presenta, un paradigma operativo utile a noi e a chi vorrà cimentarsi nel dare risposte con altre simili iniziative no profit.
E’ quanto proveremo a proporre al seminario organizzato dall’Università eCampus, nell’ambito
degli eCampusCafè, per il 22 settembre prossimo.29 Luglio 2024 alle 22:18 in risposta a: La Peer Education come processo di prevenzione al gioco d’azzardo #928Vinciamo il giocoAmministratore del forum.
Le “coordinate” della peer education
L’incontenibile diffusione del gioco d’azzardo impone di pensare a forme di prevenzione che tutelino i più giovani e anche i minori dai rischi di questa pratica, in particolare è necessario tener presente l’offerta sempre più variegata e multicanale che ricerca clienti anche giovanissimi (scommesse on line, videogiochi a pagamento ecc.).
Un aiuto a questa ricerca può arrivare dalle esperienze di peer education che, come riconosciuto da più parti, possono rappresentare un efficace mezzo di prevenzione.
Infatti negli ultimi anni si è assistito a un forte sviluppo di progetti che richiamano pratiche di peer education, tuttavia la forte diffusione di questa pratica rischia di favorire una sorta di effetto “svuotamento”, dove tutte le iniziative di gruppo con gli adolescenti prendono il nome di peer education, prescindendo da modalità e obiettivi.
La peer education è una strategia di lavoro che si rifà agli approcci di comunità e che si inserisce in un progetto socio-educativo più ampio rispetto agli interventi di prevenzione tradizionali, finalizzati a “mettere in guardia da qualcosa” – sostanze, rischi o disagio che sia – ponendosi come obiettivo ultimo la promozione umana ed il cambiamento sociale attraverso la partecipazione attiva e consapevole degli adolescenti nella scuola e nel territorio.
La peer education non si accontenta, infatti, di fornire delle nozioni tecniche che verranno riportate a cascata ai propri pari, ma mira a fornire nuovi strumenti intellettuali di analisi e riflessione, non finalizzati all’indottrinamento bensì alla promozione del pensiero critico. Gli obiettivi ultimi della peer education dovrebbero riguardare, infatti, la rifondazione e la riattivazione del gruppo dei pari su basi solidaristiche e partecipative (cfr. Croce, Gnemmi 2003).
Dentro la peer education: la formazione dei peer
La peer education non diviene quindi solo addestramento al fare e al comunicare meglio di quanto farebbero gli adulti: presuppone un processo di formazione esperienziale ma in parte anche teorica, e solo attraverso questa condivisione critica e pratica di contenuti teorici il peer può in seguito esercitare una reale autonomia. Risulta inoltre sensato e indispensabile, che in un contesto educativo appropriato, adolescenti e adulti riconoscano reciprocamente ruoli e compiti di ciascuno, senza prevaricazioni o deleghe in bianco.
L’altro aspetto rilevante nel determinare il processo di peer education è senza dubbio, l’approccio effettivo utilizzato nel lavoro sul gruppo in generale e sul gruppo classe in particolare. La formazione deve dare la possibilità al peer educator di non riproporre dinamiche di tipo adulto; ossia una formazione che punta molto sui contenuti e poco sulle tecniche di animazione/comunicazione obbligherebbe i peer ad imitare i momenti didattici degli insegnanti o degli esperti.
Ai peer spetta quindi il compito di favorire l’apprendimento emotivo attraverso la discussione nel gruppo dei pari. La scelta di un comportamento piuttosto che un altro non deriva, infatti, da scelte meramente razionali ed individuali, ma dal confronto emotivo e per certi versi “inconscio” con il gruppo dei pari che è quello che favorisce/determina, oppure no, la legittimità di certi comportamenti.
Queste elaborazioni non possono essere prodotto sulla base delle logiche tradizionali “io so-tu non sai”, ma al contrario si sviluppano con l’uso di tecniche socio-animative come i giochi di ruolo, il brain storming, e il focus group.
In definitiva, i peer educator assumono un ruolo di facilitatori della comunicazione tra pari, ed è sulle capacità di gestire e agevolare lo scambio comunicativo che deve basarsi la loro formazione.
Vinciamo il giocoAmministratore del forumpiaceri e rischi delle slot online gratis
Le slot online gratis sono diventate sempre più popolari (nella foto la parte finale della prima pagina di Google dopo una ricerca “slot gratis”), offrendo ai giocatori la possibilità di “divertirsi” (in genere usano questo termine i “distributori”) senza dover usare denaro reale.
Tuttavia, molti si chiedono se queste slot gratuite siano effettivamente “sicure”.
Ecco, questo è il punto, produttori e distributori mettono l’accento sulla sicurezza. Ma di quale sicurezza si parla?
Ovviamente di quella offerta dai siti sul trattamento dei dati, sulla privacy, sulla correttezza delle informazioni e non certo di su quella del giocatore per proteggerlo dalla tentazione di una “giocata reale” nella quale si prova l’emozione del poter vincere soldi veri.
Eh no che non se ne parla, perché proprio a quello si “punta”; altrimenti che motivazione commerciale ci sarebbe nel regalare e basta?
Qualche esempio ?
Ecco alcuni suggerimenti che, per garantirvi la “sicurezza”, potreste ricevere.
Sarà facile “fiutare” che si tratta di comportamenti e attenzioni da … investigatori, che difficilmente verranno messi in atto, anche perché quelle informazioni non è ben chiaro dove trovarle e che non sono certo a … portata di click:
- Prima di giocare a slot online gratuite, è fondamentale verificare la legittimità del sito web su cui si sta giocando.
- Assicurarsi che il casinò online che offre le slot gratuite sia autorizzato e regolamentato da un’organizzazione di gioco d’azzardo riconosciuta a livello internazionale. Questo può garantire che il sito web sia sottoposto a controlli regolari per la sicurezza e l’equità dei giochi offerti.
- Un altro aspetto importante della sicurezza slot online gratis è la protezione dei dati personali del giocatore. Assicurarsi che il sito web utilizzi misure di sicurezza avanzate, come crittografia SSL, per proteggere le informazioni personali fornite durante la registrazione o la creazione di un account.
- Inoltre, è fondamentale leggere attentamente l’informativa sulla privacy del sito web e assicurarsi che le informazioni personali non siano condivise con terze parti senza il consenso del giocatore.
- Alcuni siti web di slot online gratuite potrebbero raccogliere dati personali dei giocatori, come indirizzi email o informazioni finanziarie, senza il loro consenso. Questo potrebbe comportare il rischio di perdita di privacy o di essere vittime di frodi o truffe online.
Per onestà intellettuale, va detto anche che alle segnalazioni su sicurezza e rischi si aggiunge, in proporzione assai contenuta rispetto a tutto il resto, quella relativa al danno collaterale che potrebbe produrre lo scopo per il quale le slot online gratis sono tanto proposte.
Additività e dipendenza
- Le slot online, anche se gratuite, possono essere additive e portare a una dipendenza dal gioco d’azzardo. È importante giocare responsabilmente e stabilire limiti di gioco (ma quali se sono gratuite?) per evitare di cadere in comportamenti problematici legati al gioco d’azzardo.
Capito? Si sottolineano più i rischi sulla privacy che non quelli sul “risucchio” dentro il gioco reale, con le potenziali conseguenze di cadere nella dipendenza.
La prima dose è sempre gratuita, ma poi tutto il resto lo si paga. Eccome!
29 Luglio 2024 alle 22:18 in risposta a: Lockdown e gioco d’azzardo: online a + 25%, scommesse in agenzia a -44% #4476Vinciamo il giocoAmministratore del forumCom’era prevedibile, la scure del lockdown per il contenimento del COVID-19 ha prodotto effetti importanti sul mondo delle scommesse e del gioco italiani. Un primo dato è la crescita, giocoforza, dell’online, stimabile intorno al 25 percento nei primi sei mesi di questo travagliato 2020.
Scenario a due facce per il settore del gioco d’azzardo nei primi 6 mesi del 2020; cresce l’online (poker, casinò games e bingo) mentre le scommesse in agenzia registrano un crollo pesantissimo.
A sostenere questo trend è l’andamento del poker con un +76 percento di spesa per quello a torneo e un +52 percento per il cash, dei casinò games a +36 percento sul 2019 e del bingo, attestato sul +57 percento sempre nel confronto col medesimo periodo dell’ anno precedente.
Tenendo per buone queste cifre, si può affermare che il “gioco a distanza” nel suo complesso è riuscito a “tenere”, perdendo solo poco più del 3 percento della spesa, se confrontata a quella del 2019, attestandosi intorno agli 1,4 miliardi di euro.
Profondo rosso, ed
era ampiamente prevedibile, per il comparto delle scommesse in agenzia che per
lo stesso periodo fanno registrare un crollo di oltre il 44 percento, con poco
più di 300 milioni di euro di spesa dei giocatori, rispetto agli oltre 600
dello stesso semestre del 2019. Una debacle su tutta la linea, dal betting
sportivo a quello sulle corse ippiche, ovviamente a causa della sospensione di
tutte le competizioni previste di norma nello stesso periodo dell’anno e,
ovviamente, dell’impossibilità di recarvisi durante il periodo di chiusura.Il commento di VIG
Quali
considerazioni fare stando dalla parte di chi, come “Vinciamo il gioco”,
l’industria dell’azzardo non la considera nei suoi aspetti “aziendali,
produttivi, occupazionali” ma negli effetti sul rischio di problematicità e
dipendenza ?Come spesso
avviene ci si trova di fronte alle classiche due facce.La prima sicuramente positiva, ossia, se le quantità di giocato sono diminuite, di certo è stata alimentata meno la compulsività e, chissà, qualche individuo è riuscito a sostituire il gioco d’azzardo con qualche pratica più salubre per la psiche, per il corpo e per il … portafoglio.
La seconda è assai preoccupante, ossia, il trend verso il gioco online è stato probabilmente sostenuto anche grazie all’ acquisizione di “nuovi clienti” che, per noia o curiosità, vi ci sono entrati. Quanti di questi nuovi avventori sono rimasti impigliati nelle maglie seducenti di quelle proposte di gioco ?E questo senza dimenticare che il gioco online è, per via della quasi totale assenza di un controllo sociale fisico (parenti, genitori, compagni, amici) il più pericoloso per additività
Vinciamo il giocoAmministratore del forumIl 3,8% delle persone di età compresa tra i 18 e i 75 anni, circa 1.700.000 persone, ha effettuato scommesse on line durante il periodo di lockdown, con una frequenza superiore alla settimana. Sono stati invece 560.00, l’1,3%, quelli che hanno scommesso almeno una volta alla settimana.
E’ questo uno dei dati che emerge dal rapporto redatto dall’Istat relativo all’anno 2020, pubblicato il 3 luglio e che ha fotografato se e come le abitudini degli italiani sono cambiate durante il periodo nel quale sono stati costretti a rimanere tra le proprie mura domestiche a causa dell’epidemia di coronavirus. In questo senso la presenza dei famigliari, soprattutto per i giocatori d’azzardo patologici o problematici, si è rivelata un forte “presidio” verso i comportamenti compulsivi.
Una situazione che ha determinato un inevitabile calo del danaro giocato, e quindi risparmiato, e delle ore dedicate al giocar d’azzardo. Almeno quello … !
Vinciamo il giocoAmministratore del forumNon esiste
giocatore d’azzardo patologico o problematico che almeno una volta non si sia
riproposto di smettere di giocare o che ci abbia anche provato. Di questi
pochissimi, purtroppo, sono riusciti nel loro intento.Perché è tanto difficile smettere di giocare o, se vogliamo metterla in termini clinici “guarire dal gioco”?
Più di una sono le
cause di tanti insuccessi e delusioni che, tra l’altro, favoriscono la resa e
contribuiscono a rafforzare l’idea che “risultando impossibile smettere di
giocare tanto vale continuare a farlo confidando nella grande vincita che,
prima o poi dovrà pur arrivare”. L’estrema difficoltà, per non voler scrivere
di impossibilità, del “riuscirci da soli” ne è la causa principale.“Smetto quando voglio”, “Da solo ce la posso fare”, “Non ho bisogno di aiuto” sono le affermazioni ricorrenti di chi prova a smettere di giocare la prima, forse anche la seconda, volta. Poi … non sarà così!
Alla difficoltà di
smettere da soli, si aggiungono cause che sono indipendenti dalla forza di volontà
del giocatore che, pur avendo finalmente riconosciuto i sintomi della sua
condizione di patologico e accettato di esserlo, continua a sentire forte il
“bisogno di giocare”.Difficoltà tipiche di una dipendenza? Certamente! Ma a questo contribuiscono anche escamotage messi in atto dai produttori dei giochi, cui il fatto che un individuo riesca a smettere di giocare, ossia di perdere un buon cliente, proprio non piace. Ed allora ecco gli slogan che richiamano la facilità del vincere o l’opportunità del rifarsi dalle perdite.
Gli slogan però non
sempre bastano perché non è detto che facciano centro sulla volontà del
giocatore ( anche lui li può percepire come solo come tali). E allora ecco il
rinforzo, un processo, un sistema, una modalità più subdola che “gli parli coi
fatti” e lo tenga avvinghiato al gioco, e che possa portarvi nuove vittime.“Le piccole e intermittenti vincite”; ecco lo stratagemma che incatena!
Se la “grande vincita” potrebbe “saziare”, sempre che sia gestita responsabilmente (qua l’avverbio, più che in altro slogan, ci può stare) e quindi far staccare la spina e smettere di giocare, le “piccole vincite intermittenti” non premiando abbastanza il giocatore, rinforzano in lui il pensiero che il premio ci sia e possa essere anche più grande, quindi da rincorrere. La convinzione è che quella minima vincita sia una tappa intermedia che però dimostra che “vincere di può”. Avanti col gioco quindi, continuando e spendendo sempre di più perché “il vincere avviene”, e che l’unica incognita è il quando. E così il giocatore è ingabbiato … e qualcuno ha vinto!
29 Luglio 2024 alle 22:18 in risposta a: Guardando dentro al lockdown? I tanti modi e perché per raccontarlo! #4178Vinciamo il giocoAmministratore del forumQueste righe sono aperte al commento
e al contributo degli psicoterapeuti, soci di “Vinciamo il gioco” e non, che in
questo periodo hanno potuto, loro sì, osservare i comportamenti dei pazienti
affetti dal disturbo da gioco d’azzardo. Un grazie anticipato.Se non fosse per i
drammi umani, il disagio sociale e i danni economici che ha comportato, si
potrebbe ironicamente sottolineare come il Coronavirus abbia avuto il merito di
offrire a politici e amministratori locali, scienziati di varie discipline,
economisti, imprenditori, commercianti e pubblici esercenti, commentatori tv e
giornalisti, esperti del “niente ma di tutto”, sociologi e filosofi, un’ottima
occasione per fare passerella, per “sparare la propria” così dal far sapere al
mondo della loro importante e presenza.Ma in tanta esibizione di competenze e pareri, potevano forse mancare i raffinati pensatori del grande circo del gioco d’azzardo che, come abili Barnum, hanno rappresentato ad un pubblico, inevitabilmente sguarnito dei necessari elementi di valutazione, gli effetti a volte nefasti a volte positivi del lockdown?
Sono quindi apparse
statistiche e commenti fondati sul … non è dato sapere, perché quasi mai
suffragati da riferimenti alle modalità di ricerca con le quali sono state
prodotte, ma comunque proposte come verità evangeliche, per le quali è forte il
sospetto che siano state molto dettate da vantaggi di parte. Inopportuno quindi esporle
per poi dover commentare il vacuo.Semmai, con la
presunzione di chi da 15 anni cerca (senza certezza di un esito positivo) di
comprendere e trovare connessioni logiche e consequenziali alle varie modalità
di fruizione del gioco d’azzardo, si può tentare di mettere, grossolanamente e stando
ben attenti ad evidenziarlo come “non scientifico”, qualche punto fermo sugli
effetti che il lockdown ha determinato nelle varie categorie di giocatori.Giocatori sociali di qualunque età
Inevitabilmente, e
senza particolare stress, hanno ridotto se non annullato il loro giocare, che
si trattasse di “gratta e vinci”, estrazioni varie o slot. Di certo la loro
assenza dal gioco ha prodotto un significativo calo di fatturato ai vari
concessionari e distributori.Giocatori problematici (ossia a rischio di dipendenza)
Per alcuni la
difficoltà di accedere “fisicamente” al gioco potrebbe avere avuto un positivo effetto
di distacco assai funzionale alla remissione della rischio di patologia; questo
potrebbe valere soprattutto per gli individui avanti con gli anni e comunque con
una scarsa dimestichezza nell’utilizzo delle tecnologie di gioco a distanza.
Anche in questo caso il calo del fatturato dovrebbe essere stato consistente.Per altri,
soprattutto per coloro i quali internet e collegamenti online non hanno
segreti, l’effetto potrebbe essere stato opposto; cioè quello di spingerli
nella pratica del gioco online, ben più insidiosa di quella in loco, col
conseguente rischio di essere ammaliati dalla quantità e qualità dei giochi, la
cui capacità seduttiva e ben nota, e quindi ancor più risucchiati verso la
dipendenza. Potrebbe questo essere il caso dei giovani adulti e degli adulti in
genere.In questo secondo caso, a fronte di una perdita di
fatturato per i concessionari e distributori di gioco “in loco” si è certamente
registrato un forte aumento di quello “online”.Giocatori patologici
Avete mai sentito parlare di crisi d’astinenza ? Di quali sono i comportamenti di coloro cui manca la … sostanza? Di ricerca “a tutti i costi” di ciò che soddisfa il bisogno, la compulsione? Ebbene, perché non pensare che anche le persone affette da dipendenza da gioco d’azzardo non abbiano vissuto le medesime esperienze? Con queste persone, sempre escludendo gli individui con scarse o nulle propensioni tecnologiche, l’online l’ha fatta da padrone, ha vinto, lui si, a mani basse. Ha vinto non solo soddisfacendo la compulsione, ma anche aprendo a tanti neofiti il “paradiso” dell’ online, seduttivo, comodo, disponibile a tutte le ore, segreto e privato. Ha vinto procurandosi nuovi clienti.
Ed è stata, e lo è
tuttora, questa “migrazione” ad allarmare i gestori di sale gioco e dei locali pubblici che temono
di vedersi ridotti fatturato e utili; ecco il perché di tanta pressione sul
governo perché dia quanto prima il là anche alle loro riaperture.Probabilmente,
sempre richiamando quella nota sull’amatorialità di queste considerazioni e
senza con questo mettere sulla graticola i distributori di gioco online, il
danno più grosso causato dal lockdawn è proprio l’avere allargato, forse
definitivamente, a nuovi utenti la sua pratica.Un’ ulteriore
considerazione va fatta sul pensiero, da
molti espresso, che il lockdown abbia favorito il gioco illegale. Ora, se si
pensasse alle scommesse clandestine, alle corse di animali vari, o alle bische
allora tale affermazione sarebbe infondata perché quelle “giocate” erano di
fatto impraticabili perché impedite dalla contingenza del divieto di
spostamenti e assembramenti.Ma il gioco
illegale è anche quello che si pratica al di fuori delle concessioni nazionali,
dall’ abilitato dai nostri enti regolatori; per dirla tutta, quello che si
pratica sui siti illegali, sprovvisti di permessi per l’accessibilità dal
nostro Paese e che comunque vengono facilmente raggiunti grazie pratiche
informatiche ormai da tempo note ai giocatori d’azzardo più accaniti. Qua il
rischio potrebbe essere, il condizionale è d’obbligo, non solo quello della
dipendenza ma anche quello della truffa.Però, perché non
concludere con una nota di positività, ossia pensando che molti individui,
giocatori sociali, problematici e, chissà, patologici non abbiano trovato modo
di sostituire il desiderio, o il demone, del gioco con pratiche comunque
appaganti, lecite e non dannose; scoprendo o ritrovando in famiglia gli
affetti, il dialogo, la serenità ? E magari qualche vecchio gioco sociale, tipo
briscola, scopa, scala 40, domino, o altri giochi da tavola ? Anche con quelli
si vince e, soprattutto, … non si perdono ne danaro, ne affetti, ne salute.Roberto Pozzoli
29 Luglio 2024 alle 22:18 in risposta a: Il gioco d’azzardo ai tempi del coronavirus: l’online festeggia! #4215Vinciamo il giocoAmministratore del forumLa pandemia di Covid-19 ha cambiato il modo di vivere dei cittadini di tutto il mondo. Nondimeno gli effetti si sono prodotti anche sulle modalità di approccio al gioco d’azzardo. Nel fare di necessità virtù, verrebbe da dire, anche i giocatori hanno infatti cambiato le loro abitudini. Bloccati nelle proprie abitazioni per il lockdown, hanno indirizzato il proprio interesse verso il gioco d’azzardo online.
Un significativo dato relativo alla Pennsylvania conferma questo trend. Ad aprile, a fronte di un complessivo, netto calo delle entrate da gioco d’azzardo nello Stato americano (-83,8%, pari a 46,1 milioni di dollari), marcato è stato l’aumento delle entrate delle scommesse online, con una percentuale di incremento pari al 77,5% rispetto al mese precedente. In soldoni, il gioco d’azzardo online ha rappresentato nel mese di aprile il 93,4% del volume di scommesse nello Stato americano, con un incasso che è passato a 43,1 milioni di dollari rispetto ai 24,3 milioni del mese precedente.
Il
risultato è soprattutto la conseguenza della crescita esponenziale dei ricavi
derivanti dalle slot machine virtuali (fino a 27,3 milioni di dollari) e dai
giochi da tavolo (fino a 10,5 milioni di dollari).L’incremento del gioco online con vincita in denaro aveva già registrato un rilevante aumento dal 2018 ad oggi. Lo ha rilevato la business consultant Laura D’Angeli, che negli ultimi due anni ha quantificato il trend nella misura del 14%. Alla base del crescente successo vi sarebbero alcuni fattori, tra i quali la crescita della domanda digitale e una più articolata offerta di intrattenimento, principalmente basata sulle scommesse sportive e sui giochi da casinò, a cui poi si aggiungerebbe una serie di garanzie a vantaggio del giocatore in termini di responsabilità e sicurezza. Gli effetti del lockdown sulla crescita del gioco on line non sono stati secondo D’Angeli uniformi.
Infatti
un’ inevitabile contrazione è stata registrata per quanto riguarda le scommesse
sportive, vista l’interruzione degli eventi sportivi a causa dell’epidemia. Per
contro, come ha confermato Enrico Bradamante, presidente di iGaming European
Network, è cresciuto il numero di quei giocatori che hanno optato per giochi
virtuali tradizionali come casinò, poker o bingo, oppure che hanno scelto di
esplorare nuovi prodotti, tra i quali per esempio i virtual sports. Considerazione
sostenuta anche da Arcangelo Lonoce, responsabile sviluppo business Europa
Habanero Systems, secondo il quale la pandemia, pur dovendo fare i conti con
una contrazione per gli utenti delle disponibilità economiche da investire
nelle scommesse, potrebbe aver dunque forzato l’evoluzione del settore delle
scommesse in direzione digital.Dati
alla mano, la crescita degli sport virtuali è stata rilevante anche in Italia
durante il lockdown. Lo ha evidenziato anche Steven Spartinos, co-fondatore e
Ceo del fornitore di virtual games Kiron Interactive. Questo settore, infatti,
ha prodotto nel mercato italiano entrate lorde per gli operatori misurabili in
quasi 300 milioni di euro. Trend di crescita che peraltro avrebbe avuto inizio
ben prima dell’emergenza coronavirus. Questo, sempre secondo Spartinos,
nonostante che il regime normativo italiano, i severi regolamenti pubblicitari
e il limite dei tremila eventi al giorno rendano il potenziamento di questa
branca delle scommesse on line estremamente difficoltosa in termini di sviluppo
e crescita.La
considerazione successiva circa il rapporto tra Covid, lockdown e scommesse on
line riguarda la fidelizzazione dei flussi, ossia la quantificazione di quanti
giocatori virtuali nel periodo di lockdown proseguiranno con questa modalità e
quanti invece preferiranno tornare all’esperienza fisica del gioco d’azzardo
(bar, sale da gioco,…).A
questa domanda hanno provato a rispondere Samuele Fraternali, direttore
dell’Osservatorio Gioco Online e Digital del Politecnico di Milano, e Andrea
Manusardi, customer interaction&monitoring research manager presso Doxa.
Secondo Fraternali, se nella Fase 1 il consumo digital è passato da 1 a 10, con
il ritorno alla normalità potrebbe attestarsi su 5. In questa analisi viene
tenuto conto anche dei timori legati all’emergenza sanitaria, ancora presenti
nei cittadini, tali da indurre questi ultimi a limitare gli spostamenti e di
conseguenza a riporre il loro interesse sui prodotti digital, in una
prospettiva di rafforzamento di questo settore del gioco d’azzardo.29 Luglio 2024 alle 22:18 in risposta a: Cos’hanno in comune le dipendenze da sostanze stupefacenti e le new addiction? #4104Vinciamo il giocoAmministratore del forumL’Organizzazione Mondiale della Sanità descrive il concetto di dipendenza patologica come quella:
“condizione psichica, e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i sui effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione.”
Oggi il termine dipendenza patologica viene utilizzato
anche per descrivere un gruppo di disturbi caratterizzati, non dall’abuso di
sostanze, ma da una ricerca spasmodica di un comportamento o di un oggetto,
senza il quale la vita della persona diviene problematica o insostenibile.Si fa riferimento alle così dette new addictions,
legate alle nuove tecnologie, allo shopping compulsivo, alla
dipendenza da gioco d’azzardo, o a quella da lavoro, o da cibo,
o ancora a quella affettiva.Le tossicodipendenze e le addictions, colpiscono un gran numero di persone
nel mondo e sono accomunate da diversi aspetti:- dal fatto che, chi ne è affetto, è costretto a
reiterare lo stesso comportamento, in modo compulsivo, anche se questo è
inadeguato e disfunzionale (craving) - sono tutte
espressioni di una situazione di disagio - le ricerche nel campo delle neuroscienze dimostrano
come in tutte queste entità patologiche, ciascuna con una sua modalità
peculiare di presentazione, siano presenti alterazioni dei meccanismi celebrali
che controllano la gratificazione e la motivazione.
-
AutorePost