Vinciamo il gioco
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Vinciamo il giocoAmministratore del forum
piaceri e rischi delle slot online gratis
Le slot online gratis sono diventate sempre più popolari (nella foto la parte finale della prima pagina di Google dopo una ricerca “slot gratis”), offrendo ai giocatori la possibilità di “divertirsi” (in genere usano questo termine i “distributori”) senza dover usare denaro reale.
Tuttavia, molti si chiedono se queste slot gratuite siano effettivamente “sicure”.
Ecco, questo è il punto, produttori e distributori mettono l’accento sulla sicurezza. Ma di quale sicurezza si parla?
Ovviamente di quella offerta dai siti sul trattamento dei dati, sulla privacy, sulla correttezza delle informazioni e non certo di su quella del giocatore per proteggerlo dalla tentazione di una “giocata reale” nella quale si prova l’emozione del poter vincere soldi veri.
Eh no che non se ne parla, perché proprio a quello si “punta”; altrimenti che motivazione commerciale ci sarebbe nel regalare e basta?
Qualche esempio ?
Ecco alcuni suggerimenti che, per garantirvi la “sicurezza”, potreste ricevere.
Sarà facile “fiutare” che si tratta di comportamenti e attenzioni da … investigatori, che difficilmente verranno messi in atto, anche perché quelle informazioni non è ben chiaro dove trovarle e che non sono certo a … portata di click:
- Prima di giocare a slot online gratuite, è fondamentale verificare la legittimità del sito web su cui si sta giocando.
- Assicurarsi che il casinò online che offre le slot gratuite sia autorizzato e regolamentato da un’organizzazione di gioco d’azzardo riconosciuta a livello internazionale. Questo può garantire che il sito web sia sottoposto a controlli regolari per la sicurezza e l’equità dei giochi offerti.
- Un altro aspetto importante della sicurezza slot online gratis è la protezione dei dati personali del giocatore. Assicurarsi che il sito web utilizzi misure di sicurezza avanzate, come crittografia SSL, per proteggere le informazioni personali fornite durante la registrazione o la creazione di un account.
- Inoltre, è fondamentale leggere attentamente l’informativa sulla privacy del sito web e assicurarsi che le informazioni personali non siano condivise con terze parti senza il consenso del giocatore.
- Alcuni siti web di slot online gratuite potrebbero raccogliere dati personali dei giocatori, come indirizzi email o informazioni finanziarie, senza il loro consenso. Questo potrebbe comportare il rischio di perdita di privacy o di essere vittime di frodi o truffe online.
Per onestà intellettuale, va detto anche che alle segnalazioni su sicurezza e rischi si aggiunge, in proporzione assai contenuta rispetto a tutto il resto, quella relativa al danno collaterale che potrebbe produrre lo scopo per il quale le slot online gratis sono tanto proposte.
Additività e dipendenza
- Le slot online, anche se gratuite, possono essere additive e portare a una dipendenza dal gioco d’azzardo. È importante giocare responsabilmente e stabilire limiti di gioco (ma quali se sono gratuite?) per evitare di cadere in comportamenti problematici legati al gioco d’azzardo.
Capito? Si sottolineano più i rischi sulla privacy che non quelli sul “risucchio” dentro il gioco reale, con le potenziali conseguenze di cadere nella dipendenza.
La prima dose è sempre gratuita, ma poi tutto il resto lo si paga. Eccome!
Vinciamo il giocoAmministratore del forumNon esiste
giocatore d’azzardo patologico o problematico che almeno una volta non si sia
riproposto di smettere di giocare o che ci abbia anche provato. Di questi
pochissimi, purtroppo, sono riusciti nel loro intento.Perché è tanto difficile smettere di giocare o, se vogliamo metterla in termini clinici “guarire dal gioco”?
Più di una sono le
cause di tanti insuccessi e delusioni che, tra l’altro, favoriscono la resa e
contribuiscono a rafforzare l’idea che “risultando impossibile smettere di
giocare tanto vale continuare a farlo confidando nella grande vincita che,
prima o poi dovrà pur arrivare”. L’estrema difficoltà, per non voler scrivere
di impossibilità, del “riuscirci da soli” ne è la causa principale.“Smetto quando voglio”, “Da solo ce la posso fare”, “Non ho bisogno di aiuto” sono le affermazioni ricorrenti di chi prova a smettere di giocare la prima, forse anche la seconda, volta. Poi … non sarà così!
Alla difficoltà di
smettere da soli, si aggiungono cause che sono indipendenti dalla forza di volontà
del giocatore che, pur avendo finalmente riconosciuto i sintomi della sua
condizione di patologico e accettato di esserlo, continua a sentire forte il
“bisogno di giocare”.Difficoltà tipiche di una dipendenza? Certamente! Ma a questo contribuiscono anche escamotage messi in atto dai produttori dei giochi, cui il fatto che un individuo riesca a smettere di giocare, ossia di perdere un buon cliente, proprio non piace. Ed allora ecco gli slogan che richiamano la facilità del vincere o l’opportunità del rifarsi dalle perdite.
Gli slogan però non
sempre bastano perché non è detto che facciano centro sulla volontà del
giocatore ( anche lui li può percepire come solo come tali). E allora ecco il
rinforzo, un processo, un sistema, una modalità più subdola che “gli parli coi
fatti” e lo tenga avvinghiato al gioco, e che possa portarvi nuove vittime.“Le piccole e intermittenti vincite”; ecco lo stratagemma che incatena!
Se la “grande vincita” potrebbe “saziare”, sempre che sia gestita responsabilmente (qua l’avverbio, più che in altro slogan, ci può stare) e quindi far staccare la spina e smettere di giocare, le “piccole vincite intermittenti” non premiando abbastanza il giocatore, rinforzano in lui il pensiero che il premio ci sia e possa essere anche più grande, quindi da rincorrere. La convinzione è che quella minima vincita sia una tappa intermedia che però dimostra che “vincere di può”. Avanti col gioco quindi, continuando e spendendo sempre di più perché “il vincere avviene”, e che l’unica incognita è il quando. E così il giocatore è ingabbiato … e qualcuno ha vinto!
16 Settembre 2020 alle 17:25 in risposta a: Cos’hanno in comune le dipendenze da sostanze stupefacenti e le new addiction? #4104Vinciamo il giocoAmministratore del forumL’Organizzazione Mondiale della Sanità descrive il concetto di dipendenza patologica come quella:
“condizione psichica, e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i sui effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione.”
Oggi il termine dipendenza patologica viene utilizzato
anche per descrivere un gruppo di disturbi caratterizzati, non dall’abuso di
sostanze, ma da una ricerca spasmodica di un comportamento o di un oggetto,
senza il quale la vita della persona diviene problematica o insostenibile.Si fa riferimento alle così dette new addictions,
legate alle nuove tecnologie, allo shopping compulsivo, alla
dipendenza da gioco d’azzardo, o a quella da lavoro, o da cibo,
o ancora a quella affettiva.Le tossicodipendenze e le addictions, colpiscono un gran numero di persone
nel mondo e sono accomunate da diversi aspetti:- dal fatto che, chi ne è affetto, è costretto a
reiterare lo stesso comportamento, in modo compulsivo, anche se questo è
inadeguato e disfunzionale (craving) - sono tutte
espressioni di una situazione di disagio - le ricerche nel campo delle neuroscienze dimostrano
come in tutte queste entità patologiche, ciascuna con una sua modalità
peculiare di presentazione, siano presenti alterazioni dei meccanismi celebrali
che controllano la gratificazione e la motivazione.
16 Settembre 2020 alle 17:03 in risposta a: Lockdown e gioco d’azzardo: online a + 25%, scommesse in agenzia a -44% #4476Vinciamo il giocoAmministratore del forumCom’era prevedibile, la scure del lockdown per il contenimento del COVID-19 ha prodotto effetti importanti sul mondo delle scommesse e del gioco italiani. Un primo dato è la crescita, giocoforza, dell’online, stimabile intorno al 25 percento nei primi sei mesi di questo travagliato 2020.
Scenario a due facce per il settore del gioco d’azzardo nei primi 6 mesi del 2020; cresce l’online (poker, casinò games e bingo) mentre le scommesse in agenzia registrano un crollo pesantissimo.
A sostenere questo trend è l’andamento del poker con un +76 percento di spesa per quello a torneo e un +52 percento per il cash, dei casinò games a +36 percento sul 2019 e del bingo, attestato sul +57 percento sempre nel confronto col medesimo periodo dell’ anno precedente.
Tenendo per buone queste cifre, si può affermare che il “gioco a distanza” nel suo complesso è riuscito a “tenere”, perdendo solo poco più del 3 percento della spesa, se confrontata a quella del 2019, attestandosi intorno agli 1,4 miliardi di euro.
Profondo rosso, ed
era ampiamente prevedibile, per il comparto delle scommesse in agenzia che per
lo stesso periodo fanno registrare un crollo di oltre il 44 percento, con poco
più di 300 milioni di euro di spesa dei giocatori, rispetto agli oltre 600
dello stesso semestre del 2019. Una debacle su tutta la linea, dal betting
sportivo a quello sulle corse ippiche, ovviamente a causa della sospensione di
tutte le competizioni previste di norma nello stesso periodo dell’anno e,
ovviamente, dell’impossibilità di recarvisi durante il periodo di chiusura.Il commento di VIG
Quali
considerazioni fare stando dalla parte di chi, come “Vinciamo il gioco”,
l’industria dell’azzardo non la considera nei suoi aspetti “aziendali,
produttivi, occupazionali” ma negli effetti sul rischio di problematicità e
dipendenza ?Come spesso
avviene ci si trova di fronte alle classiche due facce.La prima sicuramente positiva, ossia, se le quantità di giocato sono diminuite, di certo è stata alimentata meno la compulsività e, chissà, qualche individuo è riuscito a sostituire il gioco d’azzardo con qualche pratica più salubre per la psiche, per il corpo e per il … portafoglio.
La seconda è assai preoccupante, ossia, il trend verso il gioco online è stato probabilmente sostenuto anche grazie all’ acquisizione di “nuovi clienti” che, per noia o curiosità, vi ci sono entrati. Quanti di questi nuovi avventori sono rimasti impigliati nelle maglie seducenti di quelle proposte di gioco ?E questo senza dimenticare che il gioco online è, per via della quasi totale assenza di un controllo sociale fisico (parenti, genitori, compagni, amici) il più pericoloso per additività
Vinciamo il giocoAmministratore del forumIl 3,8% delle persone di età compresa tra i 18 e i 75 anni, circa 1.700.000 persone, ha effettuato scommesse on line durante il periodo di lockdown, con una frequenza superiore alla settimana. Sono stati invece 560.00, l’1,3%, quelli che hanno scommesso almeno una volta alla settimana.
E’ questo uno dei dati che emerge dal rapporto redatto dall’Istat relativo all’anno 2020, pubblicato il 3 luglio e che ha fotografato se e come le abitudini degli italiani sono cambiate durante il periodo nel quale sono stati costretti a rimanere tra le proprie mura domestiche a causa dell’epidemia di coronavirus. In questo senso la presenza dei famigliari, soprattutto per i giocatori d’azzardo patologici o problematici, si è rivelata un forte “presidio” verso i comportamenti compulsivi.
Una situazione che ha determinato un inevitabile calo del danaro giocato, e quindi risparmiato, e delle ore dedicate al giocar d’azzardo. Almeno quello … !
14 Giugno 2020 alle 22:42 in risposta a: Il gioco d’azzardo ai tempi del coronavirus: l’online festeggia! #4215Vinciamo il giocoAmministratore del forumLa pandemia di Covid-19 ha cambiato il modo di vivere dei cittadini di tutto il mondo. Nondimeno gli effetti si sono prodotti anche sulle modalità di approccio al gioco d’azzardo. Nel fare di necessità virtù, verrebbe da dire, anche i giocatori hanno infatti cambiato le loro abitudini. Bloccati nelle proprie abitazioni per il lockdown, hanno indirizzato il proprio interesse verso il gioco d’azzardo online.
Un significativo dato relativo alla Pennsylvania conferma questo trend. Ad aprile, a fronte di un complessivo, netto calo delle entrate da gioco d’azzardo nello Stato americano (-83,8%, pari a 46,1 milioni di dollari), marcato è stato l’aumento delle entrate delle scommesse online, con una percentuale di incremento pari al 77,5% rispetto al mese precedente. In soldoni, il gioco d’azzardo online ha rappresentato nel mese di aprile il 93,4% del volume di scommesse nello Stato americano, con un incasso che è passato a 43,1 milioni di dollari rispetto ai 24,3 milioni del mese precedente.
Il
risultato è soprattutto la conseguenza della crescita esponenziale dei ricavi
derivanti dalle slot machine virtuali (fino a 27,3 milioni di dollari) e dai
giochi da tavolo (fino a 10,5 milioni di dollari).L’incremento del gioco online con vincita in denaro aveva già registrato un rilevante aumento dal 2018 ad oggi. Lo ha rilevato la business consultant Laura D’Angeli, che negli ultimi due anni ha quantificato il trend nella misura del 14%. Alla base del crescente successo vi sarebbero alcuni fattori, tra i quali la crescita della domanda digitale e una più articolata offerta di intrattenimento, principalmente basata sulle scommesse sportive e sui giochi da casinò, a cui poi si aggiungerebbe una serie di garanzie a vantaggio del giocatore in termini di responsabilità e sicurezza. Gli effetti del lockdown sulla crescita del gioco on line non sono stati secondo D’Angeli uniformi.
Infatti
un’ inevitabile contrazione è stata registrata per quanto riguarda le scommesse
sportive, vista l’interruzione degli eventi sportivi a causa dell’epidemia. Per
contro, come ha confermato Enrico Bradamante, presidente di iGaming European
Network, è cresciuto il numero di quei giocatori che hanno optato per giochi
virtuali tradizionali come casinò, poker o bingo, oppure che hanno scelto di
esplorare nuovi prodotti, tra i quali per esempio i virtual sports. Considerazione
sostenuta anche da Arcangelo Lonoce, responsabile sviluppo business Europa
Habanero Systems, secondo il quale la pandemia, pur dovendo fare i conti con
una contrazione per gli utenti delle disponibilità economiche da investire
nelle scommesse, potrebbe aver dunque forzato l’evoluzione del settore delle
scommesse in direzione digital.Dati
alla mano, la crescita degli sport virtuali è stata rilevante anche in Italia
durante il lockdown. Lo ha evidenziato anche Steven Spartinos, co-fondatore e
Ceo del fornitore di virtual games Kiron Interactive. Questo settore, infatti,
ha prodotto nel mercato italiano entrate lorde per gli operatori misurabili in
quasi 300 milioni di euro. Trend di crescita che peraltro avrebbe avuto inizio
ben prima dell’emergenza coronavirus. Questo, sempre secondo Spartinos,
nonostante che il regime normativo italiano, i severi regolamenti pubblicitari
e il limite dei tremila eventi al giorno rendano il potenziamento di questa
branca delle scommesse on line estremamente difficoltosa in termini di sviluppo
e crescita.La
considerazione successiva circa il rapporto tra Covid, lockdown e scommesse on
line riguarda la fidelizzazione dei flussi, ossia la quantificazione di quanti
giocatori virtuali nel periodo di lockdown proseguiranno con questa modalità e
quanti invece preferiranno tornare all’esperienza fisica del gioco d’azzardo
(bar, sale da gioco,…).A
questa domanda hanno provato a rispondere Samuele Fraternali, direttore
dell’Osservatorio Gioco Online e Digital del Politecnico di Milano, e Andrea
Manusardi, customer interaction&monitoring research manager presso Doxa.
Secondo Fraternali, se nella Fase 1 il consumo digital è passato da 1 a 10, con
il ritorno alla normalità potrebbe attestarsi su 5. In questa analisi viene
tenuto conto anche dei timori legati all’emergenza sanitaria, ancora presenti
nei cittadini, tali da indurre questi ultimi a limitare gli spostamenti e di
conseguenza a riporre il loro interesse sui prodotti digital, in una
prospettiva di rafforzamento di questo settore del gioco d’azzardo.1 Giugno 2020 alle 18:18 in risposta a: Guardando dentro al lockdown? I tanti modi e perché per raccontarlo! #4178Vinciamo il giocoAmministratore del forumQueste righe sono aperte al commento
e al contributo degli psicoterapeuti, soci di “Vinciamo il gioco” e non, che in
questo periodo hanno potuto, loro sì, osservare i comportamenti dei pazienti
affetti dal disturbo da gioco d’azzardo. Un grazie anticipato.Se non fosse per i
drammi umani, il disagio sociale e i danni economici che ha comportato, si
potrebbe ironicamente sottolineare come il Coronavirus abbia avuto il merito di
offrire a politici e amministratori locali, scienziati di varie discipline,
economisti, imprenditori, commercianti e pubblici esercenti, commentatori tv e
giornalisti, esperti del “niente ma di tutto”, sociologi e filosofi, un’ottima
occasione per fare passerella, per “sparare la propria” così dal far sapere al
mondo della loro importante e presenza.Ma in tanta esibizione di competenze e pareri, potevano forse mancare i raffinati pensatori del grande circo del gioco d’azzardo che, come abili Barnum, hanno rappresentato ad un pubblico, inevitabilmente sguarnito dei necessari elementi di valutazione, gli effetti a volte nefasti a volte positivi del lockdown?
Sono quindi apparse
statistiche e commenti fondati sul … non è dato sapere, perché quasi mai
suffragati da riferimenti alle modalità di ricerca con le quali sono state
prodotte, ma comunque proposte come verità evangeliche, per le quali è forte il
sospetto che siano state molto dettate da vantaggi di parte. Inopportuno quindi esporle
per poi dover commentare il vacuo.Semmai, con la
presunzione di chi da 15 anni cerca (senza certezza di un esito positivo) di
comprendere e trovare connessioni logiche e consequenziali alle varie modalità
di fruizione del gioco d’azzardo, si può tentare di mettere, grossolanamente e stando
ben attenti ad evidenziarlo come “non scientifico”, qualche punto fermo sugli
effetti che il lockdown ha determinato nelle varie categorie di giocatori.Giocatori sociali di qualunque età
Inevitabilmente, e
senza particolare stress, hanno ridotto se non annullato il loro giocare, che
si trattasse di “gratta e vinci”, estrazioni varie o slot. Di certo la loro
assenza dal gioco ha prodotto un significativo calo di fatturato ai vari
concessionari e distributori.Giocatori problematici (ossia a rischio di dipendenza)
Per alcuni la
difficoltà di accedere “fisicamente” al gioco potrebbe avere avuto un positivo effetto
di distacco assai funzionale alla remissione della rischio di patologia; questo
potrebbe valere soprattutto per gli individui avanti con gli anni e comunque con
una scarsa dimestichezza nell’utilizzo delle tecnologie di gioco a distanza.
Anche in questo caso il calo del fatturato dovrebbe essere stato consistente.Per altri,
soprattutto per coloro i quali internet e collegamenti online non hanno
segreti, l’effetto potrebbe essere stato opposto; cioè quello di spingerli
nella pratica del gioco online, ben più insidiosa di quella in loco, col
conseguente rischio di essere ammaliati dalla quantità e qualità dei giochi, la
cui capacità seduttiva e ben nota, e quindi ancor più risucchiati verso la
dipendenza. Potrebbe questo essere il caso dei giovani adulti e degli adulti in
genere.In questo secondo caso, a fronte di una perdita di
fatturato per i concessionari e distributori di gioco “in loco” si è certamente
registrato un forte aumento di quello “online”.Giocatori patologici
Avete mai sentito parlare di crisi d’astinenza ? Di quali sono i comportamenti di coloro cui manca la … sostanza? Di ricerca “a tutti i costi” di ciò che soddisfa il bisogno, la compulsione? Ebbene, perché non pensare che anche le persone affette da dipendenza da gioco d’azzardo non abbiano vissuto le medesime esperienze? Con queste persone, sempre escludendo gli individui con scarse o nulle propensioni tecnologiche, l’online l’ha fatta da padrone, ha vinto, lui si, a mani basse. Ha vinto non solo soddisfacendo la compulsione, ma anche aprendo a tanti neofiti il “paradiso” dell’ online, seduttivo, comodo, disponibile a tutte le ore, segreto e privato. Ha vinto procurandosi nuovi clienti.
Ed è stata, e lo è
tuttora, questa “migrazione” ad allarmare i gestori di sale gioco e dei locali pubblici che temono
di vedersi ridotti fatturato e utili; ecco il perché di tanta pressione sul
governo perché dia quanto prima il là anche alle loro riaperture.Probabilmente,
sempre richiamando quella nota sull’amatorialità di queste considerazioni e
senza con questo mettere sulla graticola i distributori di gioco online, il
danno più grosso causato dal lockdawn è proprio l’avere allargato, forse
definitivamente, a nuovi utenti la sua pratica.Un’ ulteriore
considerazione va fatta sul pensiero, da
molti espresso, che il lockdown abbia favorito il gioco illegale. Ora, se si
pensasse alle scommesse clandestine, alle corse di animali vari, o alle bische
allora tale affermazione sarebbe infondata perché quelle “giocate” erano di
fatto impraticabili perché impedite dalla contingenza del divieto di
spostamenti e assembramenti.Ma il gioco
illegale è anche quello che si pratica al di fuori delle concessioni nazionali,
dall’ abilitato dai nostri enti regolatori; per dirla tutta, quello che si
pratica sui siti illegali, sprovvisti di permessi per l’accessibilità dal
nostro Paese e che comunque vengono facilmente raggiunti grazie pratiche
informatiche ormai da tempo note ai giocatori d’azzardo più accaniti. Qua il
rischio potrebbe essere, il condizionale è d’obbligo, non solo quello della
dipendenza ma anche quello della truffa.Però, perché non
concludere con una nota di positività, ossia pensando che molti individui,
giocatori sociali, problematici e, chissà, patologici non abbiano trovato modo
di sostituire il desiderio, o il demone, del gioco con pratiche comunque
appaganti, lecite e non dannose; scoprendo o ritrovando in famiglia gli
affetti, il dialogo, la serenità ? E magari qualche vecchio gioco sociale, tipo
briscola, scopa, scala 40, domino, o altri giochi da tavola ? Anche con quelli
si vince e, soprattutto, … non si perdono ne danaro, ne affetti, ne salute.Roberto Pozzoli
Vinciamo il giocoAmministratore del forum“Mai cercare di recuperare le perdite”
Il pensiero distorto che molti giocatori hanno è quello di continuare a giocare per cercare di recuperare i soldi persi. Questo è un comportamento gravissimo perché dà ancora più spazio all’irrazionale, portando a giocare sempre di più e perdere sempre di più.
Una volta che il budget è stato perso … BASTA! Il gioco è finito e si deve abbandonare; questo non va preso come consiglio ma ce lo si deve porre come obbligo.
Nel gioco d’azzardo certezze non ve ne sono, ma proprio se ne vogliamo trovare una eccola “cercare di recuperare i soldi persi spendendone altri, oltretutto fuori budget, è una certezza di altre perdite”.
Infatti, quando si cerca di recuperare le perdite scatta un meccanismo psicologico di “speranza e fortuna dovuta” che fa continuamente spendere e perdere altri soldi.
La disperazione e la dipendenza sono dietro l’angolo!
L’ossessione del recuperare i soldi persi al gioco
Sono molte le persone che hanno perso soldi al gioco d’azzardo. Costoro vivono nell’ossessione di voler recuperare quei soldi che credono di avere “ingiustamente” perso.
Credono di essere consapevoli del non dover giocare più, e si dicono disposti a farlo ma prima … desiderano “riavere indietro i soldi persi”, per vivere in maniera più serena, e poi cercare anche di sostenere i loro conoscenti a non perdere soldi col gioco d’azzardo.
Trucchi, metodi e promesse per far credere di poter recuperare i soldi persi al gioco
Qual’è uno dei più efficaci metodi usato dalle case di gioco online per acquisire sempre più visitatori e trasformarli in loro clienti? Inserire nella pubblicità del proprio sito le parole chiave “come recuperare i soldi persi al gioco”. Quale migliore lusinga per i dannati delle slot, dei bingo, dei poker online?
Poi la realtà è generalmente ben diversa, ai soldi persi si aggiungono altri soldi persi, alla disperazione si aggiunge disperazione. La dipendenza è un rischio serio. Purtroppo in quei momenti sembra che l’unica via d’uscita sia proprio e solo il continuare a giocare, perché così arriverà finalmente il meritato “colpo di fortuna” che farà recuperare i soldi persi al gioco, e solo allora, ma solo allora si potrà smettere di giocare. Prima no! Ma non sarà così, né per la grande vincita ne per lo smettere. Anzi!
Vinciamo il giocoAmministratore del forumSe l’Intelligenza artificiale è ormai parte integrante delle dinamiche del vissuto di ognuno di noi – pur non apparendoci in maniera evidente (Amazon Alexa, Google assistant, ecc.) – non lo è da meno nel gioco d’azzardo on line. In altri termini, anche quest’ultimo usufruisce dell’IA per mettere a punto un pacchetto di offerte al potenziale utente, plasmato sulla base delle peculiarità del giocatore.
Come?
Facciamo qualche esempio. L’Intelligenza artificiale è in grado di elaborare i dati dell’utente, in modo tale da realizzare un prodotto che, sia durante la partita sia nel momento in cui il giocatore si trova nella possibilità di scegliere il game, vada sottobraccio coi suoi gusti. In questo modo il giocatore sarà stimolato, in tempo reale o successivamente, a stare o tornare sulla piattaforma che ha soddisfatto le sua aspettative. Questo potrà avvenire tanto più se i dati elaborati faranno in modo che fin dalla home page egli abbia la possibilità di poter scegliere tra i game a lui più graditi, per qualità del rischio o redditività, senza neppure doverli andare a cercare.
Non meno importante nella rielaborazione dei dati dell’utente, il fatto che la piattaforma possa mettere a disposizione un servizio chat bot, in grado di rispondere alle domande del giocatore sfruttando i dati accumulati del suo profilo.
Ma … il miglioramento del prodotto, il renderlo più seducente in rapporto alla tipologia dell’utente, pone anche delle problematiche legate fondamentalmente alla dipendenza da gioco d’azzardo. Un prodotto più accattivante e plasmato sul giocatore potrebbe infatti favorirne la dipendenza.
In conclusione l’intelligenza artificiale in questo momento costituisce il presupposto di una tensione tra coloro che ne fanno uso per modellare giochi d’azzardo sempre più aderenti alle richieste dell’utente, e chi è chiamato a tutelare questi ultimi dal rischio della dipendenza.
22 Marzo 2020 alle 18:22 in risposta a: I database – la nuova frontiera della pubblicità “occulta” del gioco d’azzardo #3879Vinciamo il giocoAmministratore del forumVasti database, attraverso i quali raggiungere i potenziali giocatori,
personalizzando l’invito alla scommessa così da diventare più accattivanti.E’ la nuova frontiera della pubblicità, utilizzata dal gioco d’azzardo
on line.Quella tradizionale, infatti, è ormai divenuta eccessivamente costosa,
cosicché chi è impegnato a individuare nuovi potenziali scommettitori ha
preferito scegliere un nuovo canale. E’ quanto emerge da un approfondito
articolo pubblicato sul The Guardian.In realtà l’industria del gioco d’azzardo riesce a disporre di questi
dettagliati database grazie alla collaborazione di società terze; queste ultime
sono infatti in grado di fornire elenchi di individui comprensivi di età, reddito, debito,
credito e assicurazione. Sulla base di queste informazioni le società di
scommesse predispongono e inviano messaggi pubblicitari, modellandoli sulle
caratteristiche e soprattutto sul livello di reddito di ciascun soggetto
rientrante nei data.Sempre
secondo quanto emerso dall’inchiesta, i soggetti particolarmente “bombardati”
da questo particolare sistema pubblicitario risultano essere le persone con un
reddito piuttosto basso, invogliati quindi spesso a giocare “abbagliati” da
quella che spesse volte viene delineata come una vincita facile.Occorre precisare che i dati raccolti e poi
comunicati alle società di scommesse sono, nella maggior parte dei casi,
forniti inconsapevolmente o in maniera confusa da coloro che in seguito possono
divenire nuovi scommettitori, come per esempio nel momento in cui partecipano a
giochi on line, nei quali è richiesta la comunicazione di un pacchetto di dati
personali, che in seguito vengono come detto venduti alla società di scommesse.Il lavoro sui
database consente tra l’altro di rintracciare anche quei soggetti allontanatisi
dal gioco d’azzardo e che la società di scommesse intende riavvicinare
attraverso serrati messaggi fatti apparire sul browser del potenziale
scommettitore.In questo
contesto si inseriscono infine i cosiddetti inserzionisti, ossia soggetti
incaricati di rastrellare – per esempio attraverso i social – giocatori da
indirizzare nei giochi d’azzardo virtuali, dietro il pagamento di una
percentuale calcolata sulla base delle perdite del soggetto introdotto. Non
solo gli inserzionisti inducono questi ultimi spesse volte a puntare su
scommesse con un’alta percentuale di perdita, ma sono tra coloro che vendono
alle società di scommesse i dati sui giocatori, raccolti al momento
dell’adesione di questi ultimi.18 Marzo 2020 alle 01:19 in risposta a: Luci e suoni “speciali”: ecco come le slot machine “ammaliano” i giocatori #3817Vinciamo il giocoAmministratore del forumAgli occhi di un semplice osservatore potrebbero apparire solo come
delle luci colorate che illuminano gli schermi delle slot machine per renderli
più accattivanti, così come, a solo complemento della grafica sembrano anche
essere suoni.Invece, nulla è casuale. Luci e suoni sono programmati nelle slot machine con un solo obiettivo: quello di incrementare nel giocatore la seduzione e l’interesse al gioco d’azzardo, producendo in lui la voglia, o il bisogno, di continuare a giocare.
E’ questo il risultato di un’interessante ricerca condotta da Marcia
Spetch, ricercatrice del dipartimento di Psicologia dell’università
dell’Alberta, che insieme a Christopher Madan, ricercatore dell’Università di
Nottingham, ha pubblicato i risultati sulla rivista “Addiction”.L’attenzione dei ricercatori non si è concentrata solo sulle slot
machine che solitamente si trovano nelle sale da gioco, ma anche su quelle
virtuali decisamente più diffuse negli ultimi anni e facilmente accessibili da
computer o telefonini. Il risultato, anche in questo secondo caso, è stato il
medesimo. La ricerca, infatti, ha evidenziato come le modalità sonore e
luminose anche nelle slot machine virtuali catalizzano l’attenzione del
giocatore, incrementandone il desiderio di proseguire a giocare.Gli studiosi sono riusciti anche a individuare alcuni dei suoni più
sono “apprezzati” dai giocatori; tra questi vi è certamente il quello delle
monete, mentre tra i simboli altrettanto ammaliante è risultato essere quello
del dollaro. Con ogni probabilità tali “preferenze” derivano dal fatto che
richiamano particolari, che solitamente i giocatori trovano all’interno dei
casinò e che vengono associati a ingenti vincite, tali da indurre quindi il
giocatore a tentare di ripetere l’exploit utilizzando le slot machine.Vinciamo il giocoAmministratore del forumUna mistificazione adottata dall’industria del gioco?
Sulla querelle che
si ripresenta ogni anno alla pubblicazione dei “consuntivi sul giocato”, ci
piace esprimere il pensiero di “Vinciamo il gioco, chiedendo di perdonarci i numerosi
“virgolettati” indispensabili, secondo noi, alla chiarezza.Le due correnti di pensiero sono espressione per un verso (Fiasco) di chi guarda al “giocato” come fenomeno sociale e per un altro (industria del gioco) di chi sembrerebbe avere interesse a ricondurne la lettura alla “spesa netta” per ridurre, nell’immaginario collettivo, la dimensione e sminuendone così le immaginabili conseguenze.
Anche questa volta si … gioca, se non altro sui termini!
Approfondendo:
- L’industria del gioco, basandosi su
un mero calcolo di entrate e uscite, sostiene che a “tot” entrate (il giocato
complessivo) si devono sottrarre “tot” uscite (i premi) così da poter misurare
quanto è effettivamente “uscito dalle tasche” degli italiani. - Il professor Fiasco (che non ha certo
bisogno di avvocati difensori) e, come anche altri, “Vinciamo il gioco”, non si preoccupa dei
bilanci delle società, ma del fatto che l’impatto sociale e le sue conseguenze
sono date dal “giocato complessivo”
Come scritto poco
più sopra il metodo di calcolo adottato dall’ industria del gioco sembrerebbe
puramente strumentale, motivato dal bisogno di ridurre la percezione della
pericolosità sociale della sua azione.“Vinciamo il gioco”
sa bene che il “danno viene dalla pratica” e quindi non si occupa di bilanci e
di € bensì si preoccupa di “tempo dedicato al gioco” e, conseguentemente, non
può che sostenere la posizione del professor Fiasco.Smontare quella che sembrerebbe essere la manipolazione comunicativa adottata dall’industria del gioco non è nemmeno esercizio difficile.
Proviamo, infatti, a
trasformare gli € in tempo, ossia nell’elemento di maggiore pericolosità, e
domandiamoci quale deve essere il parametro (quantità di giocato complessivo
vs. spesa netta) per misurare quanto gli italiani sono stati esposti al
rischio.Forse non è il caso di continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto!
Roberto Pozzoli
25 Febbraio 2020 alle 15:09 in risposta a: Gioco d’azzardo: la «spesa» degli italiani regione per regione nel 2019 #3731Vinciamo il giocoAmministratore del forum110 miliardi e mezzo.
E’ stata questa la cifra complessiva spesa per il gioco d’azzardo dagli italiani nell’anno solare che si è da poco concluso. Una cifra che, se letta nel contesto nazionale dal punto di vista pro capite, equivale a dire che ogni italiano ha consumato l’anno scorso un lordo pari a 1.830 euro nelle scommesse. Se si considera che nella statistica vi rientrano anche neonati e ultranovantenni, risulta che mensilmente la spesa individuale è stata di poco superiore a 152 euro. Su installazione fissa risulta ancora preponderante la spesa da parte dei «giocatori», pari a un importo di circa 1.226 euro. La somma restante, ossia poco più di 603 euro, è invece la cifra spesa utilizzando il canale on line.
L’analisi statistica offre un punto di vista interessante regione per regione, evidenziando in quale di esse la spesa pro capite media risulta essere superiore rispetto a quella calcolata a livello nazione. Sul gradino più alto di questa particolare classifica si è collocato l’Abruzzo: qui la somma media individuale è pari a 2.213 euro, distinta in 1.505 euro spesa da postazione fissa e 711 euro da canale on line.
Al secondo posto si è classificata la Campania, dove la cifra pro capite è di poco inferiore a quella dell’Abruzzo: 2.167 euro, di cui 1.322 euro da installazione fissa e 844 euro da canale on line. Sul terzo gradino del podio è giunto il Lazio, nel quale la spesa pro capite scende a 1.979 euro, con una leggera diminuzione da installazione fissa (1.291 euro), mentre la restante parte (687 euro) è spesa giocando on line.
Oltre a queste tre regioni, ve ne sono altre
quattro che hanno una spesa pro capite destinata al gioco d’azzardo superiore
rispetto alla media nazionale. Si tratta della Lombardia (1.906 euro), del
Molise (1.894 euro), della Puglia (1.844 euro) e infine della Sicilia (1.837
euro). Occorre aggiungere che, delle sette regioni che hanno una spesa
individuale media superiore rispetto a quella nazionale, eccezion fatta per la
Lombardia, tutte le altre sono dislocate tra il centro e il sud della Penisola.Per quanto riguarda le restanti regioni,
occorre mettere in evidenza quelle nelle quali la spesa pro capite per il gioco
d’azzardo risulta essere ben più bassa rispetto a quella media nazionale. La
più «virtuosa» è certamente la Valle d’Aosta, con 1.199 euro, seguita dal
Trentino Alto Adige dove la spesa pro capite è di 1.429 euro e infine il Friuli
Venezia Giulia, regione nella quale l’investimento individuale nelle scommesse
raggiunge la cifra di 1.538 euro.Vinciamo il giocoAmministratore del forumApprofondimento dell’articolo “15enni e già patologici” (ricerca, realizzata nel 2018, ha coinvolto 2.780 studenti di 24 istituti secondari di primo e secondo grado di 9 province della Lombardia.)
Da un lato la mancanza di autostima, la tendenza a vedere in maniera
pessimistica il futuro, l’incapacità di
affrontare la vita nella sua complessità adottando piuttosto un approccio
perlopiù banale e semplicistico. Dall’altro un’ambiguità di fondo nei rapporti
con le persone, con le quali difficilmente arrivano a stringere rapporti di
amicizia solidi, nella maggior parte dei casi offrendo un’immagine di sé
diversa dalla realtà e agendo senza scrupoli nel momento in cui si tratta di
ingannare un altro individuo per il proprio tornaconto.E ancora, fondamentalmente apatici, portati a non accettarsi, timorosi del futuro e facilmente sopraffatti dai problemi della vita quotidiana.
Sono questi alcuni degli elementi che contribuiscono a tratteggiare la
personalità del giovane giocatore
d’azzardo problematico o patologico, così come sono emersi
dall’indagine condotta dall’associazione Vinciamo il Gioco nel 2018 e rivolta
ai giovani delle scuole secondarie. Molti di loro si sono descritti così,.Come si considerano i giovani giocatori d’azzardo
(non si tratta di un’auto descrizione, ma dalla sommatoria di risposte ad un test specifico)
Secondo i dati raccolti, i giocatori presentano dunque una visione
sfavorevole della propria persona. Ciascuno di loro tende a svalutarsi,
rendendo per questa ragione difficoltoso il proprio inserimento all’interno di
un determinato contesto sociale. Non si tratta tuttavia di una semplice presa
d’atto. Vivono questa situazione con amarezza, sottolineandone l’ingiustizia e
manifestando una certa permalosità. Tutto questo li porta ad essere litigiosi,
sempre sulla difensiva, diffidenti, ambigui e per questi motivi orientati ad
avere rapporti interpersonali piuttosto superficiali.Si mostrano diversi da come sono
Dalle risposte date nel test, emerge nel contempo una tendenza a mostrare una falsa personalità, presentandosi come persone forti, invadenti, ma anche disposte a ingannare pur di ottenere il consenso dei soggetti verso i quali manifestano un interesse. In questo contesto spesso agiscono mediante comportamenti impulsivi, che non tardano a diventare aggressivi laddove ritengano sia messa a rischio la propria posizione all’interno del gruppo. Per questo motivo esigono il massimo per sé stessi e considerano gli altri come oppositori da superare e sconfiggere. Sono spesso ansiosi in quanto nella maggior parte dei casi risultato incapaci di gestire lo stress. In conclusione, secondo l’indagine dell’associazione Vinciamo il Gioco, nel loro modo di affrontare la realtà quotidiana i giovani giocatori d’azzardo patologici percepiscono come minacciosa la realtà nella quale vivono, ricercando per questo le loro soddisfazioni nei sogni ad occhi aperti.
Vinciamo il giocoAmministratore del forumLa vicenda di Marco, da lui raccontata nei momenti e passaggi più significativi, per un verso conferma come anche in giovane età, inconsapevolmente, si può cadere nella dipendenza, per un altro verso certifica che “Uscirne si può!”, soprattutto quando si trova il coraggio di guardare dentro a se stessi e poi chiedere, senza vergogna, aiuto.
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