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Vinciamo il gioco

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  • in risposta a: La prima dose è sempre gratis! #12512
    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    piaceri e rischi delle slot online gratis

    Le slot online gratis sono diventate sempre più popolari (nella foto la parte finale della prima pagina di Google dopo una ricerca “slot gratis”), offrendo ai giocatori la possibilità di “divertirsi” (in genere usano questo termine i “distributori”) senza dover usare denaro reale.

    Tuttavia, molti si chiedono se queste slot gratuite siano effettivamente “sicure”.

    Ecco, questo è il punto, produttori e distributori mettono l’accento sulla sicurezza. Ma di quale sicurezza si parla?

    Ovviamente di quella offerta dai siti sul trattamento dei dati, sulla privacy, sulla correttezza delle informazioni e non certo di su quella del giocatore per proteggerlo dalla tentazione di una “giocata reale” nella quale si prova l’emozione del poter vincere soldi veri.

    Eh no che non se ne parla, perché proprio a quello si “punta”; altrimenti che motivazione commerciale ci sarebbe nel regalare e basta?

    Qualche esempio ?

    Ecco alcuni suggerimenti che, per garantirvi la “sicurezza”, potreste ricevere.

    Sarà facile “fiutare” che si tratta di comportamenti e attenzioni da … investigatori, che difficilmente verranno messi in atto, anche perché quelle informazioni non è ben chiaro dove trovarle e che non sono certo a … portata di click:

    • Prima di giocare a slot online gratuite, è fondamentale verificare la legittimità del sito web su cui si sta giocando.
    • Assicurarsi che il casinò online che offre le slot gratuite sia autorizzato e regolamentato da un’organizzazione di gioco d’azzardo riconosciuta a livello internazionale. Questo può garantire che il sito web sia sottoposto a controlli regolari per la sicurezza e l’equità dei giochi offerti.

    • Un altro aspetto importante della sicurezza slot online gratis è la protezione dei dati personali del giocatore. Assicurarsi che il sito web utilizzi misure di sicurezza avanzate, come crittografia SSL, per proteggere le informazioni personali fornite durante la registrazione o la creazione di un account.
    • Inoltre, è fondamentale leggere attentamente l’informativa sulla privacy del sito web e assicurarsi che le informazioni personali non siano condivise con terze parti senza il consenso del giocatore. 
    • Alcuni siti web di slot online gratuite potrebbero raccogliere dati personali dei giocatori, come indirizzi email o informazioni finanziarie, senza il loro consenso. Questo potrebbe comportare il rischio di perdita di privacy o di essere vittime di frodi o truffe online.

    Per onestà intellettuale, va detto anche che alle segnalazioni su sicurezza e rischi si aggiunge, in proporzione assai contenuta rispetto a tutto il resto, quella relativa al danno collaterale che potrebbe produrre lo scopo per il quale le slot online gratis sono tanto proposte.

    Additività e dipendenza

    • Le slot online, anche se gratuite, possono essere additive e portare a una dipendenza dal gioco d’azzardo. È importante giocare responsabilmente e stabilire limiti di gioco (ma quali se sono gratuite?) per evitare di cadere in comportamenti problematici legati al gioco d’azzardo.

    Capito? Si sottolineano più i rischi sulla privacy che non quelli sul “risucchio” dentro il gioco reale, con le potenziali conseguenze di cadere nella dipendenza.

    La prima dose è sempre gratuita, ma poi tutto il resto lo si paga. Eccome!

    in risposta a: L’esca delle “piccole vincite intermittenti” #4102
    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    Non esiste
    giocatore d’azzardo patologico o problematico che almeno una volta non si sia
    riproposto di smettere di giocare o che ci abbia anche provato. Di questi
    pochissimi, purtroppo, sono riusciti nel loro intento.

    Perché è tanto difficile smettere di giocare o, se vogliamo metterla in termini clinici “guarire dal gioco”?

    Più di una sono le
    cause di tanti insuccessi e delusioni che, tra l’altro, favoriscono la resa e
    contribuiscono a rafforzare l’idea che “risultando impossibile smettere di
    giocare tanto vale continuare a farlo confidando nella grande vincita che,
    prima o poi dovrà pur arrivare”. L’estrema difficoltà, per non voler scrivere
    di impossibilità, del “riuscirci da soli” ne è la causa principale.

    “Smetto quando voglio”, “Da solo ce la posso fare”, “Non ho bisogno di aiuto” sono le affermazioni ricorrenti di chi prova a smettere di giocare la prima, forse anche la seconda, volta. Poi … non sarà così!

    Alla difficoltà di
    smettere da soli, si aggiungono cause che sono indipendenti dalla forza di volontà
    del giocatore che, pur avendo finalmente riconosciuto i sintomi della sua
    condizione di patologico e accettato di esserlo, continua a sentire forte il
    “bisogno di giocare”.

    Difficoltà tipiche di una dipendenza? Certamente! Ma a questo contribuiscono anche escamotage messi in atto dai produttori dei giochi, cui il fatto che un individuo riesca a smettere di giocare, ossia di perdere un buon cliente, proprio non piace. Ed allora ecco gli slogan che richiamano la facilità del vincere o l’opportunità del rifarsi dalle perdite.

    Gli slogan però non
    sempre bastano perché non è detto che facciano centro sulla volontà del
    giocatore ( anche lui li può percepire come solo come tali). E allora ecco il
    rinforzo, un processo, un sistema, una modalità più subdola che “gli parli coi
    fatti” e lo tenga avvinghiato al gioco, e che possa portarvi nuove vittime.

    “Le piccole e intermittenti vincite”; ecco lo stratagemma che incatena!

    Se la “grande vincita” potrebbe “saziare”, sempre che sia gestita responsabilmente (qua l’avverbio, più che in altro slogan, ci può stare) e quindi far staccare la spina e smettere di giocare, le “piccole vincite intermittenti”  non premiando abbastanza il giocatore, rinforzano in lui il pensiero che il premio ci sia e possa essere anche più grande, quindi da rincorrere. La convinzione è che quella minima vincita sia una tappa intermedia che però dimostra che “vincere di può”.  Avanti col gioco quindi, continuando e spendendo sempre di più perché “il vincere avviene”, e che l’unica incognita è il quando. E così il giocatore è ingabbiato …  e qualcuno ha vinto!

    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità descrive il concetto di dipendenza patologica come quella:

    “condizione psichica, e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i sui effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione.

    Oggi il termine dipendenza patologica viene utilizzato
    anche per descrivere un gruppo di disturbi caratterizzati, non dall’abuso di
    sostanze, ma da una ricerca spasmodica di un comportamento o di un oggetto,
    senza il quale la vita della persona diviene problematica o insostenibile.

    Si fa riferimento alle così dette new addictions,
    legate alle nuove tecnologie, allo shopping compulsivo, alla
    dipendenza da gioco d’azzardo, o a quella da lavoro, o da cibo,
    o ancora a quella affettiva.

    Le tossicodipendenze e le addictions, colpiscono un gran numero di persone
    nel mondo e sono accomunate da diversi aspetti:

    • dal fatto che, chi ne è affetto, è costretto a
      reiterare lo stesso comportamento, in modo compulsivo, anche se questo è
      inadeguato e disfunzionale (craving)
    • sono tutte
      espressioni di una situazione di disagio
    • le ricerche nel campo delle neuroscienze dimostrano
      come in tutte queste entità patologiche, ciascuna con una sua modalità
      peculiare di presentazione, siano presenti alterazioni dei meccanismi celebrali
      che controllano la gratificazione e la motivazione.

    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    Com’era prevedibile, la scure del lockdown per il contenimento del COVID-19 ha prodotto effetti importanti sul mondo delle scommesse e del gioco italiani. Un primo dato è la crescita, giocoforza, dell’online, stimabile intorno al 25 percento nei primi sei mesi di questo travagliato 2020.

    Scenario a due facce per il settore del gioco d’azzardo nei primi 6 mesi del 2020; cresce l’online (poker, casinò games e bingo) mentre le scommesse in agenzia registrano un crollo pesantissimo.

    A sostenere questo trend è l’andamento del poker con un +76 percento di spesa per quello a torneo e un +52 percento per il cash, dei casinò games a +36 percento sul 2019 e del bingo, attestato sul +57 percento sempre nel confronto col medesimo periodo dell’ anno precedente.

    Tenendo per buone queste cifre, si può affermare che il “gioco a distanza” nel suo complesso è riuscito a “tenere”, perdendo solo poco più del 3 percento della spesa, se confrontata a quella del 2019, attestandosi intorno agli 1,4 miliardi di euro.

    Profondo rosso, ed
    era ampiamente prevedibile, per il comparto delle scommesse in agenzia che per
    lo stesso periodo fanno registrare un crollo di oltre il 44 percento, con poco
    più di 300 milioni di euro di spesa dei giocatori, rispetto agli oltre 600
    dello stesso semestre del 2019. Una debacle su tutta la linea, dal betting
    sportivo a quello sulle corse ippiche, ovviamente a causa della sospensione di
    tutte le competizioni previste di norma nello stesso periodo dell’anno e,
    ovviamente, dell’impossibilità di recarvisi durante il periodo di chiusura.

    Il commento di VIG

    Quali
    considerazioni fare stando dalla parte di chi, come “Vinciamo il gioco”,
    l’industria dell’azzardo non la considera nei suoi aspetti “aziendali,
    produttivi, occupazionali” ma negli effetti sul rischio di problematicità e
    dipendenza ?

    Come spesso
    avviene ci si trova di fronte alle classiche due facce.

    La prima sicuramente positiva, ossia, se le quantità di giocato sono diminuite, di certo è stata alimentata meno la compulsività e, chissà, qualche individuo è riuscito a sostituire il gioco d’azzardo con qualche pratica più salubre per la psiche, per il corpo e per il … portafoglio.

    La seconda è assai preoccupante, ossia, il trend verso il gioco online è stato probabilmente sostenuto anche grazie all’ acquisizione di “nuovi clienti” che, per noia o curiosità, vi ci sono entrati. Quanti di questi nuovi avventori sono rimasti impigliati nelle maglie seducenti di quelle proposte di gioco ?E questo senza dimenticare che il gioco online è, per via della quasi totale assenza di un controllo sociale fisico (parenti, genitori, compagni, amici) il più pericoloso per additività

    in risposta a: Risparmi da lockdown #4354
    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    Il 3,8% delle persone di età compresa tra i 18  e i 75 anni, circa 1.700.000 persone, ha effettuato scommesse on line durante il periodo di lockdown, con una frequenza superiore alla settimana. Sono stati invece 560.00, l’1,3%, quelli che hanno scommesso almeno una volta alla settimana.

    E’ questo uno dei dati che emerge dal rapporto redatto dall’Istat relativo all’anno 2020, pubblicato il 3 luglio e che ha fotografato se e come le abitudini degli italiani sono cambiate durante  il periodo nel quale sono stati costretti a rimanere tra le proprie mura domestiche a causa dell’epidemia di coronavirus. In questo senso la presenza dei famigliari, soprattutto per i giocatori d’azzardo patologici o problematici, si è rivelata un forte “presidio” verso i comportamenti compulsivi.

    Una situazione che ha determinato un inevitabile calo del danaro giocato, e quindi risparmiato, e delle ore dedicate al giocar d’azzardo. Almeno quello  … !

    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    La pandemia di Covid-19 ha cambiato il modo di vivere dei cittadini di tutto il mondo. Nondimeno gli effetti si sono prodotti anche sulle modalità di approccio al gioco d’azzardo. Nel fare di necessità virtù, verrebbe da dire, anche i giocatori hanno infatti cambiato le loro abitudini. Bloccati nelle proprie abitazioni per il lockdown, hanno indirizzato il proprio interesse verso il gioco d’azzardo online.

    Un significativo dato relativo alla Pennsylvania conferma questo trend. Ad aprile, a fronte di un complessivo, netto calo delle entrate da gioco d’azzardo nello Stato americano (-83,8%, pari a 46,1 milioni di dollari), marcato è stato l’aumento delle entrate delle scommesse online, con una percentuale di incremento pari al 77,5% rispetto al mese precedente. In soldoni, il gioco d’azzardo online ha rappresentato nel mese di aprile il 93,4% del volume di scommesse nello Stato americano, con un incasso che è passato a 43,1 milioni di dollari rispetto ai 24,3 milioni  del mese precedente. 

    Il
    risultato è soprattutto la conseguenza della crescita esponenziale dei ricavi
    derivanti dalle slot machine virtuali (fino a 27,3 milioni di dollari) e dai
    giochi da tavolo (fino a 10,5 milioni di dollari).

    L’incremento del gioco online con vincita in denaro aveva già registrato un rilevante aumento dal 2018 ad oggi. Lo ha rilevato la business consultant Laura D’Angeli, che negli ultimi due anni ha quantificato il trend nella misura del 14%. Alla base del crescente successo vi sarebbero alcuni fattori, tra i quali la crescita della domanda digitale e una più articolata offerta di intrattenimento, principalmente basata sulle scommesse sportive e sui giochi da casinò, a cui poi si aggiungerebbe una serie di  garanzie a vantaggio del giocatore in termini di responsabilità e sicurezza. Gli effetti del lockdown sulla crescita del gioco on line non sono stati secondo D’Angeli uniformi.

    Infatti
    un’ inevitabile contrazione è stata registrata per quanto riguarda le scommesse
    sportive, vista l’interruzione degli eventi sportivi a causa dell’epidemia. Per
    contro, come ha confermato Enrico Bradamante, presidente di iGaming European
    Network, è cresciuto il numero di quei giocatori che hanno optato per giochi
    virtuali tradizionali come casinò, poker o bingo, oppure che hanno scelto di
    esplorare nuovi prodotti, tra i quali per esempio i virtual sports. Considerazione
    sostenuta anche da Arcangelo Lonoce, responsabile sviluppo business Europa
    Habanero Systems, secondo il quale la pandemia, pur dovendo fare i conti con
    una contrazione per gli utenti delle disponibilità economiche da investire
    nelle scommesse, potrebbe aver dunque forzato l’evoluzione del settore delle
    scommesse in direzione digital.

    Dati
    alla mano, la crescita degli sport virtuali è stata rilevante anche in Italia
    durante il lockdown. Lo ha evidenziato anche Steven Spartinos, co-fondatore e
    Ceo del fornitore di virtual games Kiron Interactive. Questo settore, infatti,
    ha prodotto nel mercato italiano entrate lorde per gli operatori misurabili in
    quasi 300 milioni di euro. Trend di crescita che peraltro avrebbe avuto inizio
    ben prima dell’emergenza coronavirus. Questo, sempre secondo Spartinos,
    nonostante che il regime normativo italiano, i severi regolamenti pubblicitari
    e il limite dei tremila eventi al giorno rendano il potenziamento di questa
    branca delle scommesse on line estremamente difficoltosa in termini di sviluppo
    e crescita.

    La
    considerazione successiva circa il rapporto tra Covid, lockdown e scommesse on
    line riguarda la fidelizzazione dei flussi, ossia la quantificazione di quanti
    giocatori virtuali nel periodo di lockdown proseguiranno con questa modalità e
    quanti invece preferiranno tornare all’esperienza fisica del gioco d’azzardo
    (bar, sale da gioco,…).

    A
    questa domanda hanno provato a rispondere Samuele Fraternali, direttore
    dell’Osservatorio Gioco Online e Digital del Politecnico di Milano, e Andrea
    Manusardi, customer interaction&monitoring research manager presso Doxa.
    Secondo Fraternali, se nella Fase 1 il consumo digital è passato da 1 a 10, con
    il ritorno alla normalità potrebbe attestarsi su 5. In questa analisi viene
    tenuto conto anche dei timori legati all’emergenza sanitaria, ancora presenti
    nei cittadini, tali da indurre questi ultimi a limitare gli spostamenti e di
    conseguenza a riporre il loro interesse sui prodotti digital, in una
    prospettiva di rafforzamento di questo settore del gioco d’azzardo. 

    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    Queste righe sono aperte al commento
    e al contributo degli psicoterapeuti, soci di “Vinciamo il gioco” e non, che in
    questo periodo hanno potuto, loro sì, osservare i comportamenti dei pazienti
    affetti dal disturbo da gioco d’azzardo. Un grazie anticipato.

    Se non fosse per i
    drammi umani, il disagio sociale e i danni economici che ha comportato, si
    potrebbe ironicamente sottolineare come il Coronavirus abbia avuto il merito di
    offrire a politici e amministratori locali, scienziati di varie discipline,
    economisti, imprenditori, commercianti e pubblici esercenti, commentatori tv e
    giornalisti, esperti del “niente ma di tutto”, sociologi e filosofi, un’ottima
    occasione per fare passerella, per “sparare la propria” così dal far sapere al
    mondo della loro importante e presenza.

    Ma in tanta esibizione di competenze e pareri, potevano forse mancare i raffinati pensatori del grande circo del gioco d’azzardo che, come abili Barnum, hanno rappresentato ad un pubblico, inevitabilmente sguarnito dei necessari elementi di valutazione, gli effetti a volte nefasti a volte positivi del lockdown?

    Sono quindi apparse
    statistiche e commenti fondati sul … non è dato sapere, perché quasi mai
    suffragati da riferimenti alle modalità di ricerca con le quali sono state
    prodotte, ma comunque proposte come verità evangeliche, per le quali è forte il
    sospetto che siano state molto dettate da  vantaggi di parte. Inopportuno quindi esporle
    per poi dover commentare il vacuo.

    Semmai, con la
    presunzione di chi da 15 anni cerca (senza certezza di un esito positivo) di
    comprendere e trovare connessioni logiche e consequenziali alle varie modalità
    di fruizione del gioco d’azzardo, si può tentare di mettere, grossolanamente e stando
    ben attenti ad evidenziarlo come “non scientifico”, qualche punto fermo sugli
    effetti che il lockdown ha determinato nelle varie categorie di giocatori.

    Giocatori sociali di qualunque età

    Inevitabilmente, e
    senza particolare stress, hanno ridotto se non annullato il loro giocare, che
    si trattasse di “gratta e vinci”, estrazioni varie o slot. Di certo la loro
    assenza dal gioco ha prodotto un significativo calo di fatturato ai vari
    concessionari e distributori.

    Giocatori problematici (ossia a rischio di dipendenza)

    Per alcuni la
    difficoltà di accedere “fisicamente” al gioco potrebbe avere avuto un positivo effetto
    di distacco assai funzionale alla remissione della rischio di patologia; questo
    potrebbe valere soprattutto per gli individui avanti con gli anni e comunque con
    una scarsa dimestichezza nell’utilizzo delle tecnologie di gioco a distanza.
    Anche in questo caso il calo del fatturato dovrebbe essere stato consistente.

    Per altri,
    soprattutto per coloro i quali internet e collegamenti online non hanno
    segreti, l’effetto potrebbe essere stato opposto; cioè quello di spingerli
    nella pratica del gioco online, ben più insidiosa di quella in loco, col
    conseguente rischio di essere ammaliati dalla quantità e qualità dei giochi, la
    cui capacità seduttiva e ben nota, e quindi ancor più risucchiati verso la
    dipendenza. Potrebbe questo essere il caso dei giovani adulti e degli adulti in
    genere.

    In questo secondo caso, a fronte di una perdita di
    fatturato per i concessionari e distributori di gioco “in loco” si è certamente
    registrato un forte aumento di quello “online”.

    Giocatori patologici

    Avete mai sentito parlare di crisi d’astinenza ? Di quali sono i comportamenti di coloro cui manca la … sostanza? Di ricerca “a tutti i costi” di ciò che soddisfa il bisogno, la compulsione? Ebbene, perché non pensare  che anche le persone affette da dipendenza da gioco d’azzardo non abbiano vissuto le medesime esperienze? Con queste persone, sempre escludendo gli individui con scarse o nulle propensioni tecnologiche, l’online l’ha fatta da padrone, ha vinto, lui si, a mani basse. Ha vinto non solo soddisfacendo la compulsione, ma anche aprendo a tanti neofiti il “paradiso” dell’ online, seduttivo, comodo, disponibile a tutte le ore, segreto e privato. Ha vinto procurandosi nuovi clienti.

    Ed è stata, e lo è
    tuttora, questa “migrazione” ad allarmare i gestori di  sale gioco e dei locali pubblici che temono
    di vedersi ridotti fatturato e utili; ecco il perché di tanta pressione sul
    governo perché dia quanto prima il là anche alle loro riaperture.

    Probabilmente,
    sempre richiamando quella nota sull’amatorialità di queste considerazioni e
    senza con questo mettere sulla graticola i distributori di gioco online, il
    danno più grosso causato dal lockdawn è proprio l’avere allargato, forse
    definitivamente, a nuovi utenti la sua pratica.

    Un’ ulteriore
    considerazione va fatta  sul pensiero, da
    molti espresso, che il lockdown abbia favorito il gioco illegale. Ora, se si
    pensasse alle scommesse clandestine, alle corse di animali vari, o alle bische
    allora tale affermazione sarebbe infondata perché quelle “giocate” erano di
    fatto impraticabili perché impedite dalla contingenza del divieto di
    spostamenti e assembramenti.

    Ma il gioco
    illegale è anche quello che si pratica al di fuori delle concessioni nazionali,
    dall’ abilitato dai nostri enti regolatori; per dirla tutta, quello che si
    pratica sui siti illegali, sprovvisti di permessi per l’accessibilità dal
    nostro Paese e che comunque vengono facilmente raggiunti grazie pratiche
    informatiche ormai da tempo note ai giocatori d’azzardo più accaniti. Qua il
    rischio potrebbe essere, il condizionale è d’obbligo, non solo quello della
    dipendenza ma anche quello della truffa.

    Però, perché non
    concludere con una nota di positività, ossia pensando che molti individui,
    giocatori sociali, problematici e, chissà, patologici non abbiano trovato modo
    di sostituire il desiderio, o il demone, del gioco con pratiche comunque
    appaganti, lecite e non dannose; scoprendo o ritrovando in famiglia gli
    affetti, il dialogo, la serenità ? E magari qualche vecchio gioco sociale, tipo
    briscola, scopa, scala 40, domino, o altri giochi da tavola ? Anche con quelli
    si vince e, soprattutto, … non si perdono ne danaro, ne affetti, ne salute.

    Roberto Pozzoli

    in risposta a: I soldi persi al gioco #3998
    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    “Mai cercare di recuperare le perdite”

    Il pensiero distorto che molti giocatori hanno è quello di continuare a giocare per cercare di recuperare i soldi persi. Questo è un comportamento gravissimo perché dà ancora più spazio all’irrazionale, portando a giocare sempre di più e perdere sempre di più.

    Una volta che il budget è stato perso … BASTA! Il gioco è finito e si deve abbandonare; questo non va preso come consiglio ma ce lo si deve porre come obbligo.

    Nel gioco d’azzardo certezze non ve ne sono, ma proprio se ne vogliamo trovare una eccola “cercare di recuperare i soldi persi spendendone altri, oltretutto fuori budget, è una certezza di altre perdite”.

    Infatti, quando si cerca di recuperare le perdite scatta un meccanismo psicologico di “speranza e fortuna dovuta” che fa continuamente spendere e perdere altri soldi. 

    La disperazione e la dipendenza sono dietro l’angolo!

    L’ossessione del recuperare i soldi persi al gioco

    Sono molte le persone che hanno perso soldi al gioco d’azzardo. Costoro vivono nell’ossessione di voler recuperare quei soldi che credono di avere “ingiustamente” perso.

    Credono di essere consapevoli del non dover giocare più, e si dicono disposti a farlo  ma prima … desiderano “riavere indietro i soldi persi”, per vivere in maniera più serena, e poi cercare anche di sostenere i loro conoscenti a non perdere soldi col gioco d’azzardo.

    Trucchi, metodi e promesse per far credere di poter recuperare i soldi persi al gioco

    Qual’è uno dei più efficaci metodi usato dalle case di gioco online per acquisire sempre più visitatori e trasformarli in loro clienti? Inserire nella pubblicità del proprio sito le parole chiave “come recuperare i soldi persi al gioco”. Quale migliore lusinga per i dannati delle slot, dei bingo, dei poker online?

    Poi la realtà è generalmente ben diversa, ai soldi persi si aggiungono altri soldi persi, alla disperazione si aggiunge disperazione. La dipendenza è un rischio serio. Purtroppo in quei momenti sembra che l’unica via d’uscita sia proprio e solo il continuare a giocare, perché così arriverà finalmente il meritato “colpo di fortuna” che farà recuperare i soldi persi al gioco, e solo allora, ma solo allora si potrà smettere di giocare. Prima no! Ma non sarà così, né per la grande vincita ne per lo smettere. Anzi!

    in risposta a: Sedotti online con l’intelligenza artificiale #3946
    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    Se l’Intelligenza artificiale è ormai parte integrante delle dinamiche del vissuto di ognuno di noi – pur non apparendoci in maniera evidente (Amazon Alexa, Google assistant, ecc.) – non lo è da meno nel gioco d’azzardo on line. In altri termini, anche quest’ultimo usufruisce dell’IA per mettere a punto un pacchetto di offerte al potenziale utente, plasmato sulla base delle peculiarità del giocatore.

    Come?

    Facciamo qualche esempio. L’Intelligenza artificiale è in grado di elaborare i dati dell’utente, in modo tale da realizzare un prodotto che, sia durante la partita sia nel momento in cui il giocatore si trova nella possibilità di scegliere il game, vada sottobraccio coi suoi gusti. In questo modo il giocatore sarà stimolato, in tempo reale o successivamente, a stare o tornare sulla piattaforma che ha soddisfatto le sua aspettative. Questo potrà avvenire tanto più se i dati elaborati faranno in modo che fin dalla home page egli abbia la possibilità di poter scegliere tra i game a lui più graditi, per qualità del rischio o redditività, senza neppure doverli andare a cercare.

    Non meno importante nella rielaborazione dei dati dell’utente, il fatto che la piattaforma possa mettere a disposizione un servizio chat bot, in grado di rispondere alle domande del giocatore sfruttando i dati accumulati del suo profilo.

    Ma … il miglioramento del prodotto, il renderlo più seducente in rapporto alla tipologia dell’utente, pone anche delle problematiche legate fondamentalmente alla dipendenza da gioco d’azzardo. Un prodotto più accattivante e plasmato sul giocatore potrebbe infatti favorirne la dipendenza.

    In conclusione l’intelligenza artificiale in questo momento costituisce il presupposto di una tensione tra coloro che ne fanno uso per modellare giochi d’azzardo sempre più aderenti alle richieste dell’utente, e chi è chiamato a tutelare questi ultimi dal rischio della dipendenza.

    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    Vasti database, attraverso i quali raggiungere i potenziali giocatori,
    personalizzando l’invito alla scommessa così da diventare più accattivanti.

    E’ la nuova frontiera della pubblicità, utilizzata dal gioco d’azzardo
    on line.

    Quella tradizionale, infatti, è ormai divenuta eccessivamente costosa,
    cosicché chi è impegnato a individuare nuovi potenziali scommettitori ha
    preferito scegliere un nuovo canale. E’ quanto emerge da un approfondito
    articolo pubblicato sul The Guardian.

    In realtà l’industria del gioco d’azzardo riesce a disporre di questi
    dettagliati database grazie alla collaborazione di società terze; queste ultime
    sono infatti in grado di fornire elenchi di individui comprensivi di età, reddito, debito,
    credito e assicurazione. Sulla base di queste informazioni le società di
    scommesse predispongono e inviano messaggi pubblicitari, modellandoli sulle
    caratteristiche e soprattutto sul livello di reddito di ciascun soggetto
    rientrante nei data.

    Sempre
    secondo quanto emerso dall’inchiesta, i soggetti particolarmente “bombardati”
    da questo particolare sistema pubblicitario risultano essere le persone con un
    reddito piuttosto basso, invogliati quindi spesso a giocare “abbagliati” da
    quella che spesse volte viene delineata come una vincita facile.

    Occorre precisare che i dati raccolti e poi
    comunicati alle società di scommesse sono, nella maggior parte dei casi,
    forniti inconsapevolmente o in maniera confusa da coloro che in seguito possono
    divenire nuovi scommettitori, come per esempio nel momento in cui partecipano a
    giochi on line, nei quali è richiesta la comunicazione di un pacchetto di dati
    personali, che in seguito vengono come detto venduti alla società di scommesse.

    Il lavoro sui
    database consente tra l’altro di rintracciare anche quei soggetti allontanatisi
    dal gioco d’azzardo e che la società di scommesse intende riavvicinare
    attraverso serrati messaggi fatti apparire sul browser del potenziale
    scommettitore.

    In questo
    contesto si inseriscono infine i cosiddetti inserzionisti, ossia soggetti
    incaricati di rastrellare – per esempio attraverso i social – giocatori da
    indirizzare nei giochi d’azzardo virtuali, dietro il pagamento di una
    percentuale calcolata sulla base delle perdite del soggetto introdotto
    . Non
    solo gli inserzionisti inducono questi ultimi spesse volte a puntare su
    scommesse con un’alta percentuale di perdita, ma sono tra coloro che vendono
    alle società di scommesse i dati sui giocatori, raccolti al momento
    dell’adesione di questi ultimi. 

    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    Agli occhi di un semplice osservatore potrebbero apparire solo come
    delle luci colorate che illuminano gli schermi delle slot machine per renderli
    più accattivanti, così come, a solo complemento della grafica sembrano anche
    essere suoni.

    Invece, nulla è casuale. Luci e suoni sono programmati nelle slot machine con un solo obiettivo: quello di incrementare nel giocatore la seduzione e l’interesse al gioco d’azzardo, producendo in lui la voglia, o il bisogno, di continuare a giocare.

    E’ questo il risultato di un’interessante ricerca condotta da Marcia
    Spetch, ricercatrice del dipartimento di Psicologia dell’università
    dell’Alberta, che insieme a Christopher Madan, ricercatore dell’Università di
    Nottingham, ha pubblicato i risultati sulla rivista “Addiction”.

    L’attenzione dei ricercatori non si è concentrata solo sulle slot
    machine che solitamente si trovano nelle sale da gioco, ma anche su quelle
    virtuali decisamente più diffuse negli ultimi anni e facilmente accessibili da
    computer o telefonini. Il risultato, anche in questo secondo caso, è stato il
    medesimo. La ricerca, infatti, ha evidenziato come le modalità sonore e
    luminose anche nelle slot machine virtuali catalizzano l’attenzione del
    giocatore, incrementandone il desiderio di proseguire a giocare.

    Gli studiosi sono riusciti anche a individuare alcuni dei suoni più
    sono “apprezzati” dai giocatori; tra questi vi è certamente il quello delle
    monete, mentre tra i simboli altrettanto ammaliante è risultato essere quello
    del dollaro. Con ogni probabilità tali “preferenze” derivano dal fatto che
    richiamano particolari, che solitamente i giocatori trovano all’interno dei
    casinò e che vengono associati a ingenti vincite, tali da indurre quindi il
    giocatore a tentare di ripetere l’exploit utilizzando le slot machine.

    in risposta a: Giocato complessivo o spesa netta #3757
    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    Una mistificazione adottata dall’industria del gioco?

    Sulla querelle che
    si ripresenta ogni anno alla pubblicazione dei “consuntivi sul giocato”, ci
    piace esprimere il pensiero di “Vinciamo il gioco, chiedendo di perdonarci i numerosi
    “virgolettati” indispensabili, secondo noi, alla chiarezza.

    Le due correnti di pensiero sono espressione per un verso (Fiasco) di chi guarda al “giocato” come fenomeno sociale e per un altro (industria del gioco) di chi sembrerebbe avere interesse a ricondurne la lettura alla “spesa netta” per ridurre, nell’immaginario collettivo, la dimensione e sminuendone così le immaginabili conseguenze.

    Anche questa volta si … gioca, se non altro sui termini!

    Approfondendo:

    • L’industria del gioco, basandosi su
      un mero calcolo di entrate e uscite, sostiene che a “tot” entrate (il giocato
      complessivo) si devono sottrarre “tot” uscite (i premi) così da poter misurare
      quanto è effettivamente “uscito dalle tasche” degli italiani.  
    • Il professor Fiasco (che non ha certo
      bisogno di avvocati difensori) e, come anche altri,  “Vinciamo il gioco”, non si preoccupa dei
      bilanci delle società, ma del fatto che l’impatto sociale e le sue conseguenze
      sono date dal “giocato complessivo”

    Come scritto poco
    più sopra il metodo di calcolo adottato dall’ industria del gioco sembrerebbe
    puramente strumentale, motivato dal bisogno di ridurre la percezione della
    pericolosità sociale della sua azione.

    “Vinciamo il gioco”
    sa bene che il “danno viene dalla pratica” e quindi non si occupa di bilanci e
    di € bensì si preoccupa di “tempo dedicato al gioco” e, conseguentemente, non
    può che sostenere la posizione del professor Fiasco.

    Smontare quella che sembrerebbe essere la manipolazione comunicativa adottata dall’industria del gioco non è nemmeno esercizio difficile.

    Proviamo, infatti, a
    trasformare gli € in tempo, ossia nell’elemento di maggiore pericolosità, e
    domandiamoci quale deve essere il parametro (quantità di giocato complessivo
    vs. spesa netta) per misurare quanto gli italiani sono stati esposti al
    rischio. 

    Forse non è il caso di continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto!

    Roberto Pozzoli

    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    110 miliardi e mezzo.

    E’ stata questa la cifra complessiva spesa per il gioco d’azzardo dagli italiani nell’anno solare che si è da poco concluso. Una cifra che, se letta nel contesto nazionale dal punto di vista pro capite, equivale a dire che ogni italiano ha consumato l’anno scorso un lordo pari a 1.830 euro nelle scommesse. Se si considera che nella statistica vi rientrano anche neonati e ultranovantenni, risulta che mensilmente la spesa individuale è stata di poco superiore a 152 euro. Su installazione fissa risulta ancora preponderante la spesa da parte dei «giocatori», pari a un importo di circa 1.226 euro. La somma restante, ossia poco più di 603 euro, è invece la cifra spesa utilizzando il canale on line.

    L’analisi statistica offre un punto di vista interessante regione per regione, evidenziando in quale di esse la spesa pro capite media risulta essere superiore rispetto a quella calcolata a livello nazione. Sul gradino più alto di questa particolare classifica si è collocato l’Abruzzo: qui la somma media individuale è pari a 2.213 euro, distinta in 1.505 euro spesa da postazione fissa e 711 euro da canale on line.

    Al secondo posto si è classificata la Campania, dove la cifra pro capite è di poco inferiore a quella dell’Abruzzo: 2.167 euro, di cui 1.322 euro da installazione fissa e 844 euro da canale on line. Sul terzo gradino del podio è giunto il Lazio, nel quale la spesa pro capite scende a 1.979 euro, con una leggera diminuzione da installazione fissa (1.291 euro), mentre la restante parte (687 euro) è spesa giocando on line.

    Oltre a queste tre regioni, ve ne sono altre
    quattro che hanno una spesa pro capite destinata al gioco d’azzardo superiore
    rispetto alla media nazionale. Si tratta della Lombardia (1.906 euro), del
    Molise (1.894 euro), della Puglia (1.844 euro) e infine della Sicilia (1.837
    euro). Occorre aggiungere che, delle sette regioni che hanno una spesa
    individuale media superiore rispetto a quella nazionale, eccezion fatta per la
    Lombardia, tutte le altre sono dislocate tra il centro e il sud della Penisola.

    Per quanto riguarda le restanti regioni,
    occorre mettere in evidenza quelle nelle quali la spesa pro capite per il gioco
    d’azzardo risulta essere ben più bassa rispetto a quella media nazionale. La
    più «virtuosa» è certamente la Valle d’Aosta, con 1.199 euro, seguita dal
    Trentino Alto Adige dove la spesa pro capite è di 1.429 euro e infine il Friuli
    Venezia Giulia, regione nella quale l’investimento individuale nelle scommesse
    raggiunge la cifra di 1.538 euro.

    in risposta a: Il profilo del giovane giocatore d’azzardo #3683
    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    Approfondimento dell’articolo “15enni e già patologici” (ricerca, realizzata nel 2018, ha coinvolto 2.780 studenti di 24 istituti secondari di primo e secondo grado di 9 province della Lombardia.)

    Da un lato la mancanza di autostima, la tendenza a vedere in maniera
    pessimistica il futuro,  l’incapacità di
    affrontare la vita nella sua complessità adottando piuttosto un approccio
    perlopiù banale e semplicistico. Dall’altro un’ambiguità di fondo nei rapporti
    con le persone, con le quali difficilmente arrivano a stringere rapporti di
    amicizia solidi, nella maggior parte dei casi offrendo un’immagine di sé
    diversa dalla realtà e agendo senza scrupoli nel momento in cui si tratta di
    ingannare un altro individuo per il proprio tornaconto.

    E ancora, fondamentalmente  apatici, portati a non accettarsi, timorosi del futuro e facilmente sopraffatti dai problemi della vita quotidiana.

    Sono questi alcuni degli elementi che contribuiscono a tratteggiare la
    personalità del giovane giocatore
    d’azzardo problematico o patologico,
    così come sono emersi
    dall’indagine condotta dall’associazione Vinciamo il Gioco nel 2018 e rivolta
    ai giovani delle scuole secondarie. Molti di loro si sono descritti così,.

    Come si considerano i giovani giocatori d’azzardo

    (non si tratta di un’auto descrizione, ma dalla sommatoria di risposte ad un test specifico)

    Secondo i dati raccolti, i giocatori presentano dunque una visione
    sfavorevole della propria persona. Ciascuno di loro tende a svalutarsi,
    rendendo per questa ragione difficoltoso il proprio inserimento all’interno di
    un determinato contesto sociale. Non si tratta tuttavia di una semplice presa
    d’atto. Vivono questa situazione con amarezza, sottolineandone l’ingiustizia e
    manifestando una certa permalosità. Tutto questo li porta ad essere litigiosi,
    sempre sulla difensiva, diffidenti, ambigui e per questi motivi orientati ad
    avere rapporti interpersonali piuttosto superficiali.

    Si mostrano diversi da come sono

    Dalle risposte date nel test, emerge nel contempo una tendenza a mostrare una falsa personalità, presentandosi come persone forti, invadenti, ma anche disposte a ingannare pur di ottenere il consenso dei soggetti verso i quali manifestano un interesse. In questo contesto spesso agiscono mediante comportamenti impulsivi, che non tardano a diventare aggressivi laddove ritengano sia messa a rischio la propria posizione all’interno del gruppo. Per questo motivo esigono il massimo per sé stessi e considerano gli altri come oppositori da superare e sconfiggere. Sono spesso ansiosi in quanto nella maggior parte dei casi risultato incapaci di gestire lo stress. In conclusione, secondo l’indagine dell’associazione Vinciamo il Gioco, nel loro modo di affrontare la realtà quotidiana i giovani giocatori d’azzardo patologici percepiscono come minacciosa la realtà nella quale vivono, ricercando per questo le loro soddisfazioni nei sogni ad occhi aperti.

    in risposta a: Marco, 23 anni, racconta la sua esperienza #3530
    Vinciamo il gioco
    Amministratore del forum

    La vicenda di Marco, da lui raccontata nei momenti e passaggi più significativi, per un verso conferma come anche in giovane età, inconsapevolmente, si può cadere nella dipendenza, per un altro verso certifica che “Uscirne si può!”, soprattutto quando si trova il coraggio di guardare dentro a se stessi e poi chiedere, senza vergogna, aiuto.

    Testimonianza Marco 23 anni

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